Ascoli Piceno-Fermo

Meno tecnici di radiologia al pronto soccorso di Ascoli, sanità ancora nella bufera

I sindacati alzano di nuovo la voce contro l'Ast e sono preoccupati per le scelte attuate dalla direttrice Natalini

L'ospedale Mazzoni di Ascoli

ASCOLI – Sanità picena ancora nella bufera. Nelle ultime ore, la direttrice dell’Ast di Ascoli, Nicoletta Natalini, ha comunicato alle rappresentanze sindacali che dal prossimo 22 aprile sarà dimezzata la presenza dei tecnici di radiologia durante le ore notturne per quanto riguarda il pronto soccorso. Una notizia, questa, che ha mandato i sindacati letteralmente su tutte le furie, tanto che gli stessi hanno indetto una conferenza stampa per lunedì prossimo all’ospedale Mazzoni per annunciare le iniziative che verranno intraprese.

La polemica

«La costante, inesorabile riduzione della dotazione organica dell’Ast di Ascoli, con il conseguente depauperamento di tutti i servizi, ha comportato l’innalzamento dello scontro tra la direzione e la quasi totalità della rappresentanza sindacale – spiega la segretaria generale della Fp Cgil, Viola Rossi -. La scelta di dimezzare i tecnici di radiologia, unitamente alla riduzione del 20 per cento della dotazione organica rispetto all’anno 2022, creerà un consistente disservizio con i conseguenti comprensibili ritardi e rischi clinici. La direzione ha inoltre comunicato l’indisponibilità a prorogare indistintamente tutti i contratti dei tempi determinati in scadenza il 30 aprile, contribuendo così a ridurre ulteriormente la dotazione organica complessiva. Il terzo argomento rappresentato è stato quello dell’individuazione degli operatori sanitari da chiamare in servizio, fuori dal programmato turno di lavoro, per le sostituzioni improvvise che comporta, di fatto, l’inaccettabile obbligo per ciascun dipendente di essere reperibile attraverso il proprio cellulare durante i momenti di riposo. Vogliamo quindi denunciare – conclude la nota -, la critica situazione ambientale che si è venuta a creare e contestare la politica aziendale basata unicamente sulle razionalizzazioni finalizzate al risparmio economico. Tutto ciò con conseguenti ripercussioni sulla collettività picena che, di giorno in giorno, vede inesorabilmente sfumare la bontà del servizio pubblico ed è di fatto obbligata a rivolgersi alla fiorente sanità privata».

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