Ascoli Piceno-Fermo

Marche, in calo le imprese. Ora occorre puntare sui giovani: ecco il bilancio di Cna nell’anno del covid

Il punto con Giovanni Dini, responsabile del Centro Studi Cna Marche, e con Claudio Socci, docente di Politica Economica all’Università di Macerata

Un bilancio dell’anno che è stato e una previsione su quello che verrà per l’economia del nostro territorio; se ne è parlato ieri (lunedì 14 dicembre) durante l’incontro organizzato dalle Cna di Macerata, Ascoli Piceno e Fermo insieme al professor Giovanni Dini, responsabile del Centro Studi Cna Marche, e al professor Claudio Socci, docente di Politica Economica all’Università di Macerata.

Partendo dalla classifica uscita ieri su Il Sole 24 Ore – che piazza quattro delle province marchigiane tra le prime trenta posizione e Fermo alla 68esima – Dini ha sottolineato quanto anche il bilancio della Cna sia rispondente alla fotografia scattata dal quotidiano economico italiano.

Giovanni Dini, responsabile del Centro Studi Cna Marche

«In modo sistematico, da anni, notiamo la dinamica decrescente del numero di imprese attive nel nostro territorio e non c’è nessuna regione che fa peggio delle Marche – ha sottolineato Dini -. In undici mesi abbiamo perso quasi un quarto delle nuove imprese e l’Istat ci dice che le Marche hanno perso occupazione – nel terzo trimestre di quest’anno e quindi quello caratterizzato dal lockdown – non solo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente ma anche rispetto al terzo trimestre di quest’anno quando si pensava che il mercato del lavoro potesse ricevere una iniezione di positività dalle risorse stanziate dal Governo. Ma non è stato così». E chi paga lo scotto maggiore sono le donne. «Sono quelle che perdono maggiormente occupazione e sono quelle che sarebbero disposte a lavorare ma non cercano attivamente lavoro perché non hanno la spinta nel farlo» ha spiegato Dini.

Un primo semestre difficile ma non per tutti i settori «perché ci sono le produzioni alimentari, la meccanica e anche alcuni servizi che hanno resistito bene e hanno dato vita alla resilienza – ha continuato il responsabile del Centro Studi Cna Marche -. Il settore delle calzature in questa seconda parte dell’anno invece pensava di fare meglio ma non è stato così anche se attendiamo i dati di inizio 2021 per confermare questa tendenza».

In questo scenario gioca un ruolo importante la questione della fiducia «che è una proiezione ma non è sempre l’esito della dinamica dei dati – ha osservato Dini – Pensiamo a quando ci sarà lo stop del blocco dei licenziamenti; ci sarà un calo drastico della fiducia dei consumatori (tra i quali troviamo molti lavoratori dipendenti che purtroppo saranno licenziati) e questa sfiducia totale sarà proiettata nel tempo. Questo è un fenomeno che dobbiamo contrastare e quindi sono in atto iniziative da parte della Comunità Economica Europea che prevedono una serie di risorse dedicate alla caduta della fiducia. Un altro aspetto importante è quello relativo a una serie di supporti che dovrebbero arrivare con la Finanziaria per l’assunzione di lavoratori giovani, per la prima volta, a tempo indeterminato. Insomma è importante che ci sia anche questa iniezione di fiducia tra i giovani che normalmente hanno anche un consumo maggiore rispetto agli anziani».

Claudio Socci, docente di Politica Economica all’Università di Macerata

«Credo sia importante fare una distinzione tra ciclo economico legato alla pandemia e quella che è la struttura dell’economia marchigiana – ha aggiunto Claudio Socci, docente di Politica Economica all’Università di Macerata -. Dai dati si evidenzia una tendenza alla perdita della numerosità delle imprese e del prodotto interno lordo in quanto l’effetto della pandemia – legato ai blocchi e al lockdown coercitivo – si è fatto sentire; era quindi naturale aspettarsi tale caduta nel 2020. Il problema però si presenterà nel prossimo anno quando sarà risolta la questione pandemica e torneranno a galla i problemi dell’economia marchigiana. Noteremo che alcuni settori hanno invertito la tendenza e ci troveremo davanti a una transizione economica; un fenomeno molto importante che ci dirà quali modifiche adottare in quel momento per spingere l’economia marchigiana verso un nuovo tipo di produzione».

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