Ascoli Piceno-Fermo

I lupi spaventano il Piceno: mandrie di pecore sbranate alle porte di Ascoli

A lanciare l'allarme è anche Coldiretti: «Danni enormi per gli allevatori e sono in pericolo pure le persone»

Una pecora sbranata a ridosso della Salaria

ASCOLI – È allarme, nel Piceno, per la presenza dei lupi che, nelle ore notturne, dalle colline si stanno avvicinando sempre più alle abitazioni. Diverse sono state le segnalazioni arrivate in queste ultime ore alle forze dell’ordine e, in particolare, ai carabinieri forestali, a seguito di alcune mandrie di pecore che sono state letteralmente divorate dai branchi. Vari episodi, infatti, si sono verificati sia ad Ascoli che nella frazione di Mozzano. Alcune pecore sono state sbranate anche nei pressi del ‘Villaggio del fanciullo’, a una decina di metri dalla pista ciclabile sulla Salaria.

L’associazione

A lanciare l’allarme è anche Coldiretti. «Si tratta di una strage annunciata – commenta il presidente della sezione di Ascoli e Fermo, Armando Marconi -. Da tempo denunciamo che si è perduto l’equilibrio degli ambienti naturali con un proliferare indisturbato della fauna selvatica ma ad oggi continuiamo ad assistere inermi a questa devastazione. Un danno in primis di natura economica, con gli allevatori già allo stremo delle forze per la siccità di quest’estate e per i rincari delle materie prime ed energetiche, ma anche una minaccia per la sicurezza pubblica. Cosa aspettiamo ad intervenire? Dobbiamo attendere l’aggressione ai danni di un bambino mentre, durante una domenica dell’ottobrata, va in bicicletta con i propri genitori? Agli animali uccisi – prosegue Coldiretti -, si aggiungono i danni indotti dallo spavento e dallo stato di stress provocato dagli assalti, con ridotta produzione di latte e aborti negli animali sopravvissuti. Di questo passo, cresce notevolmente il rischio di spopolamento delle aree interne che, senza prospettiva alcuna né di arginare il problema della fauna selvatica né di ottenere infrastrutture adeguate, verranno lasciate all’abbandono con evidenti ricadute anche di natura ambientale, oltreché economica».

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