Ascoli Piceno-Fermo

L’Ascolano sale al V posto per qualità della vita. Ma l’indagine non fotografa il disagio sociale crescente

Secondo il rapporto di Italia Oggi e Università La Sapienza,il territorio è al primo posto in Italia per la sicurezza. Ma nel capoluogo la popolazione residente, a causa degli effetti di molte crisi, è scesa a 47 mila unità

ASCOLI PICENO – La provincia di Ascoli balza al quinto posto in Italia per la qualità della vita, e addirittura al primo per la sicurezza. Almeno secondo la classifica annuale appena redatta e resa pubblica da Italia Oggi e dall’Università La Sapienza, di Roma. Sul fronte della vivibilità complessiva il salto è prodigioso: dal 37esimo al quinto posto, in un solo anno. Un risultato sorprendente, per chi conosce la realtà locale, che è maturato soprattutto sul piano del miglioramento dell’ambito della sicurezza sociale ( terzo posto) e dei reati commessi, che sono in calo. In particolare le denunce sono scese di duemila unità, attestandosi intorno alle 6 mila, le rapine da 38 a 28, così come furti e borseggi.

Gongola naturalmente il giovane sindaco di Ascoli, Marco Fioravanti che parla di performances ottenute grazie alla collaborazione stretta tra Comune, Prefettura e Forze dell’ordine, in ordine soprattutto alla sicurezza pubblica ed al contrasto dei reati. «Noi puntiamo a diventare una città sempre più sicura e attrattiva non solo per i residenti – afferma il sindaco- ma anche e soprattutto per i turisti e per le imprese. In questa direzione stiamo lavorando, anche per favorire nuovi investimenti e progetti».

Dal canto suo il capogruppo del Partito Democratico (in minoranza) in consiglio comunale, Francesco Ameli, sottolinea il dato positivo provinciale del Piceno, che è «molto indicativo ed il segno di un territorio ben governato. Ci sono 31 Comuni che in sinergia operano insieme a Prefettura e Provincia affinchè il comprensorio sia sicuro».

Ma è davvero questa la realtà, in particolare per la città di Ascoli che a causa di diverse crisi che si sono sovrapposte negli ultimi anni – prima quella economica e occupazionale, provocata dalle delocalizzazioni industriali, poi il terremoto ed ora il covid – è in crisi da tempo ed è scesa a soli 47 mila residenti? Non proprio. E forse neppure sul piano della sicurezza, per altro in un comprensorio in depressione da un decennio ed oltre, i dati indicati dalla classifica sembrano essere percepiti come tali dalla popolazione.

«I furti in città continuano a verificarsi – dice un residente del capoluogo, che lavora in un azienda della vallata del Tronto – e spesso dobbiamo accertarci di chiudere bene finestre e tapparelle di casa. Poi spesso vediamo parcheggi selvaggi ed incivili, auto abbandonate in luoghi pubblici ed altri comportamenti che non sono puniti e che non sembrano essere positivi e incoraggianti».

Insomma, soprattutto per il capoluogo piceno la realtà concreta appare diversa da quella fotografata dalla ricerca stilata da Università La Sapienza e Italia Oggi, basata forse su parametri freddi, parziali e non così affidabili. Il quadro presente della situazione è forse più quello di un chiaroscuro sociale ed ambientale, che accanto al benessere e alla tranquillità di alcuni vede anche un ampia fascia di residenti che vivono un crescente disagio economico, aggravato ora anche dalle norme e restrizioni imposte dal covid. Norme che hanno aumentato notevolmente le richieste di aiuto da parte di singoli e famiglie alla Caritas e alle mense solidali, in un contesto già difficile per molti. C’è da chiedersi a cosa servono e per quale fine vengono svolte tali indagini, che tutto sono meno che attuate sul campo?

© riproduzione riservata