Ascoli Piceno-Fermo

Investimenti fermi e nessun modello nuovo nella fabbrica Whirpool di Comunanza: allarme dei sindacati

Mai attuati i progetti di rilancio per 19 milioni, mentre gli addetti sono scesi in due anni da 500 a 360. Fim Cisl chiede un tavolo al Ministero

La fabbrica Whirpool di Comunanza (foto Marco Traini)

ASCOLI – Il futuro dello stabilimento Whirpool – ex Indesit – di Comunanza è a rischio? Sebbene la produzione prosegua regolarmente, dal sito gestito dalla multinazionale americana arrivano negli ultimi tempi segnali che destano non poche preoccupazioni. E questo sia nelle maestranze che nelle organizzazioni sindacali che rappresentano i lavoratori di una fabbrica tra le più grandi nella zona industriale locale e di tutta l’area montana picena, e sulla quale ruota un indotto di quasi mille persone nella filiera e nelle diverse attività collegate.

Le preoccupazioni degli addetti ai lavori, dopo il sospiro di sollievo tirato nel 2019 quando il gruppo Usa decise di sacrificare lo stabilimento di Napoli, sono causate da diversi fattori. Il più significativo è forse quello della mancata realizzazione di investimenti nel sito comunanzese, promessi negli anni scorsi.

«Annunciarono progetti di rilancio per 19 milioni di euro – ricorda Angelo Forti, della Fim Cisl -ma poi non ne hanno attuato neppure uno. Nei mesi scorsi doveva essere installata una nuova linea, che poi non è stata attivata. Tutto ciò, insieme al turn over molto veloce dei dirigenti dello stabilimento ci allarma molto».

Addetti ridotti di un terzo

Nel sito di Comunanza si producono lavatrici e lavasciuga. Ma negli ultimi due anni i volumi sono scesi notevolmente, tanto che è stato tagliato un turno di lavoro. Con conseguenze dirette sull’organico, tanto che i dipendenti sono scesi da oltre 500 a 360, di cui 35 impiegati ed il resto operai e addetti ai prodotti. «Si è trattato per la maggior parte di licenziamenti volontari incentivati – spiega ancora Forti – molto favoriti dall’azienda, che non ha cercato di stabilizzare il numero degli addetti. E le prospettive di attività non vanno oltre il 2022, quando dalla fabbrica dovrebbero uscire 700 mila pezzi: poi non sappiamo come andrà».

Preoccupa i sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, che hanno diffuso una nota congiunta sulle incertezze per il futuro della fabbrica picena, anche il fatto che negli ultimi anni nessuno nuovo modello è stato messo in produzione nel sito locale. Un altro dato che non fa sperare in chissà quali programmi di rilancio industriale dello stabilimento, una volta fiore all’occhiello di Comunanza e dintorni. Da qui la richiesta di chiarimenti da parte sindacale, per cercare di capire quali possono essere le prospettive reali per la storica fabbrica di elettrodomestici dell’area.

Un tavolo al Ministero

«Occorre un tavolo di confronto al Ministero – afferma Forti – perchè il tavolo territoriale non può bastare più. Vogliamo che Whirpool, attraverso i suoi vertici ci dica quali progetti ha per Comunanza e se vuole implementare gli investimenti annunciati nel recente passato. Basta con l’incertezza e l’assenza di informazioni».

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