Ascoli Piceno-Fermo

Giornate Fai d’Autunno: alla scoperta dei tesori nascosti delle Marche

Visite organizzate per la prima volta in due fine settimana: oggi e domani, il 24 e il 25 ottobre. Alessandra Stipa, presidente Fai Marche: «Le aperture poggiano su tre C: curiosità, conoscenza, consapevolezza»

Palazzo e Pinacoteca Vescovile - Ascoli Piceno

ANCONA – Saranno 35 le aperture nelle Marche, in occasione delle Giornate Fai d’Autunno, organizzate per la prima volta in due fine settimana, oggi e domani (17 e 18 ottobre), sabato 24 e domenica 25 ottobre. Le visite saranno a cura dei giovani del Fai – con la collaborazione delle Delegazioni e degli altri Gruppi di volontari della Fondazione – e degli apprendisti ciceroni, studenti della scuola di ogni ordine e grado che racconteranno le meraviglie del territorio.

Alessandra Stipa

«Le aperture Fai nelle Giornate di Autunno – spiega Alessandra Stipa, presidente Fai Marche – si appoggiano su tre C: curiosità, conoscenza e consapevolezza. Questi sono i pilastri sui quali costruiamo le nostre visite. Sono dedicate a Giulia Maria Crespi, fondatrice del Fai, convinta che far bene per far vivere bene sia estremamente appagante e che la bellezza ingentilisce l’animo permettendo una vita sociale qualitativamente migliore».

Nella provincia di Ancona, uno dei luoghi scelti dal Fai per l’anno 2020 è il borgo di Pierosara, un tempo antico castello longobardo collocato in un sito strategico di confine dell’antico Ducato di Spoleto, oggi località del Comune di Genga. In entrambi i weekend si potrà fare una passeggiata al Castello di Pierosara che domina la valle dell’Esino verso est in direzione della gola della Rossa e l’ingresso della gola di Frasassi, ed è collegato dal ponte romano di San Vittore delle Chiuse De Clusis che conduce all’omonima Abbazia benedettina (XI sec.).

Castello di Pierosara

Il castello è passato sotto la giurisdizione dei monaci benedettini dell’Abbazia di San Vittore delle Chiuse e successivamente è stato ceduto dai monaci benedettini nel 1212 al nascente comune di Fabriano, il quale ne acquisì la piena proprietà nel 1298. Il toponimo Castello Petroso rimase fino all’XI sec. quando cambiò in Petrosaria e in volgare Perosara, Pierosara. Il nucleo medievale è formato da un doppio sistema difensivo con all’esterno il borgo murato e all’interno il torrione, a cui si accede attraverso una scala da una apposita feritoia. Al cassero, si accede attraverso una porta fortificata “Ianua Geronis”, che conduce ad una piazza, dove si trovano la Chiesa di San Sebastiano ed il “Palatium “, sede del feudo.

David Bruffa

«Nonostante le difficoltà del momento – dichiara David Bruffa, vicesindaco e assessore al turismo e alla cultura di Genga – auspichiamo di raggiungere il medesimo successo in termini di soddisfazione da parte del pubblico, dopo quelli ottenuti nelle precedenti edizioni con l’Abbazia di San Vittore delle Chiuse con annesso museo Speleopaleontologico, il Santuario della Beata Vergine di Frasassi con il tempio del Valadier, il borgo di Genga con relativo museo Arte Storia e Territorio. Tutte le iniziative promosse dal Fai sul nostro territorio, costituiscono per l’amministrazione comunale fonte di privilegio e orgoglio, in quanto ci consentono di far conoscere ai visitatori paesaggi, cultura e tradizioni più o meno noti, che meritano di essere valorizzati e preservati dall’incedere inesorabile del tempo». Visite: il sabato dalle 15 alle 18, la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.

Tante le aperture anche in provincia di Ascoli Piceno, tra cui il Palazzo Vescovile e il nuovo allestimento del Museo Diocesano (orari: 10-12 e 15-17, turni ogni ora). In occasione delle Giornate d’Autunno, il Fai aprirà il palazzo in anteprima dopo quattro anni di restauri e offrirà ai visitatori l’opportunità di scoprire il nuovo allestimento del Museo Diocesano. Attraverso un paziente lavoro di restauro filologico, inglobando i suoi appartamenti privati nel preesistente museo diocesano (tra cui la sala affrescata dal pittore Marcello Fogolino, in fuga dalla Serenissima e rifugiatosi nel XVI secolo presso il vescovo Filos Roverella), l’attuale vescovo ha voluto offrire alla città preziosi oggetti d’arte mai esposti, tra cui uno sciamito dell’VII secolo, una tovaglia del XIV secolo e veli di seta che avvolgevano le reliquie. Da segnalare anche il ritrovamento di un lampadario opera di Giorgio Vasari, con lettere dell’artista al vescovo aretino Pietro Camaiani che ne fu il committente. Sarà aperto anche il giardino vescovile nel quale sono esposte le campane della chiesa della Madonna del Sole, bene sul quale il Fai sta lavorando per il restauro.

Alessandra Stipa, presidente Fai Marche, sottolinea che è «un vero scrigno di tesori la Pinacoteca Vescovile, appartamenti privati del Vescovo Giovanni D’Ercole, che egli ha voluto adibire a sale espositive contenenti innumerevoli opere d’arte, alcune delle quali mai viste, perché giacenti nei magazzini da decenni. Sarà possibile vedere sciamiti risalenti all’VIII- XII sec, una intera sala dedicata a Cola dell’Amatrice, una sala dedicata ai maestri del ‘600 con tele del De Magistris, del Baciccio, di Vincenzo Monti, statue lignee del XIV secolo».

Diverse le proposte anche in provincia di Pesaro-Urbino, tra cui tre aperture a Pergola: la chiesa di santa Maria delle Tinte (sabato e domenica pomeriggio 15-18, domenica mattina 10-12.30), l’oratorio dell’Ascensione al Palazzolo (sabato e domenica pomeriggio 15-17, domenica mattina 10-12.30)  e la chiesa di Santa Maria di Piazza (sabato e domenica pomeriggio 15-18, domenica mattina 10-12.30). La chiesa di santa Maria delle Tinte fu voluta dalla Corporazione dei Tintori e Lanaioli che aveva i laboratori lungo il Cesano. La costruzione, attribuita all’architetto Arcangelo Vici di Arcevia, è in mattoni, con cupola racchiusa in un tiburio ottagonale. Il portale d’ingresso in pietra arenaria riporta scolpita la data del termine dei lavori: 1787. L’interno, a croce greca, è un trionfo di stucchi bianchi. Sull’altare maggiore è presente il piccolo affresco del Volto della Madonna con il Bambino.

La chiesa custodisce un’Annunciazione di scuola baroccesca, una Madonna in trono con il Bambino e Santi di scuola veneta (secolo XVII), San Severo protettore dei Lanini, Madonna con il Bambino e Santi di Giovanni Anastasi (1623-1704), le statue del Cristo morto (secolo XVII) e dell’Addolorata (secolo XVIII), la Crocifissione e Santa Cecilia di Giovanni Francesco Ferri (1701-1775). Interessanti sono inoltre le panche settecentesche dipinte e il pavimento in cotto con la rosa dei venti.

Oratorio dell’Ascensione al Palazzolo

L’Oratorio dell’Ascensione al Palazzolo, risalente al XV secolo, è una semplice struttura architettonica, probabilmente nata come edicola, che custodisce notevoli affreschi. Sulla parete di fondo l’Ascensione tra i Santi Secondo e Sebastiano e nella volta gli Evangelisti, dipinti intorno al 1483 da Lorenzo D’Alessandro da San Severino Marche, definiti «uno dei momenti più alti della pittura a fresco del Quattrocento marchigiano» (Pietro Zampetti). Di altro artista, e successivi, sono gli affreschi della parete destra raffiguranti l’Annunciazione, la Vergine con il Bambino e la Trinità attribuiti al Maestro del Palazzolo.

La Chiesa di Santa Maria di Piazza, forse voluta attorno al 1010 da S. Romualdo di Ravenna, fu trasformata nel 1831. Un pergolato di viti addossato alla chiesa diede il nome a Pergola. Fra le opere che custodisce si segnalano la Madonna del Rosario attribuita allo Scarsellino (1550-1620), il Transito di San Giuseppe, replica dal Cavalier d’Arpino (1568-1640), la Circoncisione di stile nordico e l’Annunciazione seicentesca sull’altare maggiore. Notevoli i resti di un grande affresco quattrocentesco attribuito a Giovanni Antonio da Pesaro della bottega dei Bellinzoni di Parma che ricopriva l’intera abside.

Tutti i visitatori potranno sostenere il Fai con una donazione libera, del valore minimo di 3 euro, e potranno anche iscriversi al Fai online oppure nelle diverse piazze d’Italia durante l’evento. La donazione online consentirà, a chi lo volesse, di prenotare la propria visita, assicurandosi così l’ingresso nei luoghi aperti dal momento che, per rispettare la sicurezza di tutti, i posti saranno limitati.

GIORNATE FAI D’AUTUNNO: LE 35 APERTURE NELLE MARCHE

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