Ascoli Piceno-Fermo

Fermo, il calzaturiero rischia la sopravvivenza per il blocco dell’export in Russia

Il mercato russo valeva l'80% del fatturato per molte aziende del comparto. Enti e associazioni vogliono cig e ristori

(Foto della Provincia di Fermo)

ASCOLI – La guerra in Ucraina rischia di mettere in ginocchio il comparto calzaturiero del Fermano. Non bastavano il terremoto del 2016, poi il covid e infine i costi dell’energia alle stelle. Ora anche l’attacco russo che ha provocato le sanzioni economiche da parte dell’Occidente, sta complicando le cose ad un distretto già alle prese con una forte crisi industriale.

Mercato russo vale l’80% del fatturato

Perchè questo? Perchè la filiera della moda, e in particolare la produzione di pelli-calzature, si è vista bloccare una delle voci più importanti del loro export. Un voce, quella del mercato della Russia che per molte delle centinaia di piccole imprese di Fermo vale l’80% del fatturato.

Così l’Amministrazione provinciale ha riunito il Tavolo della Competitività e Sviluppo, nel quale sono rappresentate le principali associazioni di categoria del comparto ora in forte difficoltà. Obiettivo non solo quello di comprendere la gravità del quadro generale ma anche di chiedere al Governo di prendere provvedimenti concreti per evitare il crollo definitivo di quello che per decenni è stato uno dei più grandi distretti d’Europa ( con il Maceratese) con oltre 2 mila aziende attive.

«Russia e Ucraina sono mercati strategici per il nostro territorio – dichiara Michele Ortenzi, presidente della Provincia di Fermo e lo stop improvviso dell’export inciderà massicciamente sul nostro sistema produttivo. Molte imprese vantano crediti da incassare da acquirenti russi, perché con il blocco dei pagamenti Swift la merce è consegnata ma il pagamento non viene effettuato. Altre poi, hanno merce già prodotta da spedire in Russia e che resterà ferma in magazzino. Una situazione che può travolgere l’economia fermana, se la colleghiamo anche alle pesanti ripercussioni che l’impennata dei costi energetici sta causando sull’autotrasporto e sui comparti turistici e commerciali».

Michele Ortenzi, facebook

Provincia, Comune di Fermo e organizzazioni di rappresentanza sono dunque molto preoccupate per quello che sta accadendo in Ucraina, e sollecitano mirati interventi di sostegno da parte del Governo e della Regione Marche.

Le richieste a Governo e Regione Marche

Tra questi l’introduzione della cassa integrazione in deroga e ristori economici per chi dimostra il reale danneggiamento subito dalle sanzioni in termini di liquidità impossibile da recuperare. Inoltre incentivi per diversificare i mercati di vendita e lo spostamento delle rate dei mutui per alleggerire i problemi finanziari determinati da due anni di pandemia sanitaria. Per finire poi, istituzioni e associazioni fermane chiedono il riconoscimento della Zes (Zona economica speciale) all’interno della quale le imprese possano beneficiare di un pacchetto di agevolazioni fiscali oltre che amministrative.

«Il Tavolo ha trovato subito la sintesi condivisa – sottolinea Ortenzi – sulle richieste da avanzare al Governo ed alla Regione Marche per aiutare le aziende del distretto fermano : misure compensative per mitigare l’impatto degli effetti della situazione internazionale e che sono indispensabili per aiutare l’economia locale che dopo tante crisi rischia ora la sopravvivenza».

Ti potrebbero interessare

Istat, nelle Marche cala l’export

A trainare il calo è la contrazione delle vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici dalle Marche. La flessione nel quarto trimestre del 2023 segna un -13,9%