Ascoli Piceno-Fermo

«Il digitale a sostegno della ripartenza per le piccole imprese»: il bilancio di Confartigianato

Secondo l’Ufficio Studi nel corso della crisi Covid-19 il tasso di crescita delle micro-piccole imprese attive nell’e-commerce è raddoppiato, salendo al 19,8%

Nel corso dell’emergenza sanitaria le micro-piccole imprese hanno significativamente aumentato l’utilizzo del canale digitale per relazionarsi con clienti e fornitori.

Dall’ultima indagine nazionale condotta a giugno su oltre 3mila micro-piccole imprese è emerso che il 56,7% delle imprese intervistate ha implementato l’utilizzo di una o più tecnologie digitali, tra le quali sito web, social network, piattaforme di videoconferenze, formazione on-line ed e-commerce. In particolare, il 71,5% di queste imprese ha incrementato l’utilizzo di uno o più strumenti digitali, il 36,2% ne ha ampliato le funzionalità e il 29,6% ha introdotto uno o più strumenti digitali, non presenti in azienda prima della crisi da coronavirus. È forse proprio nei momenti peggiori che si vede la grande abilità delle nostre imprese nel rialzarsi e trovare una via per trarre il meglio da ciò che di brutto e imprevedibile sta accadendo.

Fondamentale nella cultura aziendale è coltivare questa capacità di intercettare ipotetiche situazioni critiche o eventi inattesi e saperle trasformare in occasioni a vantaggio della propria attività. Inoltre per garantire la continuità aziendale è necessario che la tecnologia faccia parte della quotidianità dell’azienda e sia parte integrante dei processi lavorativi, senza più dover delegarne la gestione a specialisti esterni.

Secondo l’Ufficio Studi di Confartigianato nel corso della crisi Covid-19 il tasso di crescita delle micro-piccole imprese attive nell’e-commerce è raddoppiato, salendo al 19,8%; un ritmo doppio del tasso di trend del 10,9% medio annuo, con 122mila micro e piccole imprese in più attivate dell’emergenza Coronavirus nell’utilizzo del commercio elettronico. È inoltre emerso che la distribuzione della propensione all’acquisto online è più elevata (37,8%) nei comuni fino a 2mila abitanti dove però l’accesso alla rete è penalizzato dalla minore disponibilità di connettività, scende attorno al 35% nei comuni sopra 2mila abitanti e risale al 38,2% nei comuni centro delle aree metropolitane.

Il digitale ha giocato e gioca un ruolo fondamentale in particolar modo sul fronte commerciale e nel rapporto con la propria clientela mantenendo aperte e consolidando relazioni già esistenti e creandone di nuove. È evidente che tutte le imprese che in questo periodo sono riuscite a rispondere alle richieste di mercato utilizzando appunto i canali digitali hanno sofferto meno e addirittura hanno incrementato i loro profitti. Il Covid ha messo le piccole e medie imprese di fronte alla realtà, ovvero l’imprescindibilità del digitale e di tutti gli strumenti come ad esempio il digital marketing che deve entrare inevitabilmente a far parte dei processi di comunicazione aziendali.

Il segretario generale di Confartigianato Giorgio Menichelli

«Già nel corso degli ultimi anni – ha detto il segretario generale di Confartigianato Macerata-Ascoli-Fermo Giorgio Menichelli – la diffusione delle tecnologie digitali ha incrementato le opportunità di scelta tra beni e servizi per il consumatore. La digitalizzazione dei processi produttivi ha modificato gli scambi tra imprese e il crescente accesso alla rete dei cittadini ha diffuso l’utilizzo dell’e-commerce. Con la crisi sanitaria tutto questo ha avuto un incremento straordinario e le conseguenti limitazioni sul lato dell’offerta e la domanda hanno fatto sì che gli acquisti on line aumentassero con intensità straordinaria. In Italia si calcola un valore dell’e-commerce totale di 334 miliardi di euro, pari al 19% del PIL, di cui il 91,9% è riferito a scambi tra imprese (B2B) mentre il restante 8,1% all’e-commerce dei consumatori finali (B2C)».

Nel 2019 i prodotti maggiormente acquistati on line sono abiti e articoli sportivi, che registrano una quota di acquirenti pari al 43,8% del totale degli e-shoppers; seguono articoli per la casa con il 38,7%, libri ed e-book con il 25,0%, attrezzature elettroniche con il 21,7% e prodotti alimentari con il 12,9%. Tra i servizi si osserva una maggiore propensione all’acquisto in rete per pernottamenti di vacanze con il 29,4%, altre spese di viaggio per vacanze con il 26,7%, biglietti per spettacoli con il 20,4%, film e musica con l’11,0% e servizi di telecomunicazione con il 10,9%.

Analizzando il trimestre marzo-maggio 2020 si è osservato un boom del commercio elettronico, le cui vendite ai consumatori finali sono salite del 31,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, in valore assoluto pari a 1.937 milioni di euro nei tre mesi considerati. Questa forte crescita è stata particolarmente significativa soprattutto perché avvenuta nel secondo trimestre, il periodo più buio della crisi Covid-19.

«Ora – conclude Menichelli – sarà importante trovare i giusti aiuti per ridurre al massimo i costi di transazione della trasformazione digitale, incentivare all’acquisto di soluzioni tecnologiche e soprattutto prevedere forme di sostegno all’acquisto e alla formazione di competenze necessarie. In questo senso saranno fondamentali i Digital Innovation Hub, i PID, gli ITS, l’istruzione tecnico professionale, le università locali, gli artigiani del digitale e i tanti professionisti che a causa della crisi hanno perso il lavoro e che potrebbero affiancare le imprese e sostenerne la ripartenza».

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