Ascoli Piceno-Fermo

Ex carabiniere ucciso: gravi indizi di colpevolezza, i coniugi Spagnulo restano in carcere

È la decisione del Gip Annalisa Giusti è arrivata poco fa dal Tribunale di Ascoli Piceno. I coniugi Spagnulo, fermati per l'omicidio di Antonio Cianfrone, si sono dichiarati innocenti

Carabinieri
Carabinieri

ASCOLI PICENO – Gravi indizi di colpevolezza, è quanto ha rilevato il Gip Annalisa Giusti nel confermare la misura cautelare per Giuseppe Spagnuolo 54 anni operaio e Francesca Angiulli 50 anni casalinga, i coniugi fermati l’omicidio di Antonio Cianfrone, l’ex carabiniere di Monsampolo, ucciso con 4 colpi di pistola la mattina del 3 giugno mentre faceva jogging sulla pista ciclopedonale di Pagliare del Tronto.

È stata confermata la misura cautelare di custodia in carcere per i coniugi Spagnulo. La coppia originaria del tarantino e residente da anni a Spinetoli resta dunque in carcere. È la decisione arrivata dal Tribunale di Ascoli Piceno, dopo l’udienza di convalida che si è svolta questa mattina in videoconferenza, alla presenza del legale difensore Alessandro Angelozzi, e in collegamento con gli istituti penitenziari dove la coppia è reclusa (Marino del Tronto e Castrogno nel teramano).

Antonio Cianfrone, lex carabiniere ucciso

Il Gip «ha sposato in toto il decreto di fermo in verosimiglianza delle dichiarazioni» rilasciate dagli imputati, spiega il legale degli Spagnuolo. Dalle 70 pagine di decreto con cui il Gip ha confermato il carcere, emerge la motivazione che ha portato alla decisione, ovvero «la incredibilità delle dichiarazioni portate a giustificazione del loro comportamento nel 3 giugno 2020 e la credibilità della ricostruzione fatta dal Comando Carabinieri e sposata ampiamente dal pubblico ministero nel decreto di fermo».

Questa mattina al giudice e al procuratore capo Umberto Monti i coniugi avevano raccontato di non essere presenti nella zona dove è stato commesso il delitto che ha posto fine alla vita dell’ex carabiniere.
«Hanno raccontato la loro verità» dichiara l’avvocato Angelozzi, precisando che «hanno escluso la loro responsabilità negli accadimenti succeduti nel tempo». Il legale spiega che «hanno rappresentato lo svolgimento modale dei fatti del 3 giugno 2020 senza soluzione di continuità, analizzando punto per punto quelle che erano le contestazioni di cui al decreto di fermo».

Secondo l’avvocato, la Angiulli «aveva solo un rapporto cordiale e non esisteva nessuna tipologia di rancore, di astio o di contrasto» con Cianfrone. Respinta la richiesta dei domiciliari avanzata dal legale difensore.

A prelevare la coppia, accusata di omicidio premeditato aggravato e in concorso, il 9 giugno, erano stati i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Ascoli Piceno, in collaborazione con i colleghi della Compagnia di San Benedetto del Tronto e della Stazione di Monsampolo del Tronto. 

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