Ascoli Piceno-Fermo

La crisi delle vocazioni risparmia il Piceno: ad aprile l’ordinazione di due giovani sacerdoti

In questi mesi è il vescovo Palmieri a guidare i ragazzi nel proprio percorso. Uno dei due, in precedenza, era neurologo

da sinistra Luca Censori (nel giorno della sua ordinazione diaconale) e monsignor Gianpiero Palmieri

ASCOLI – La crisi delle vocazioni sta mettendo in difficoltà le diocesi di tutta Italia. Sono sempre meno, infatti, in base ai dati diffusi annualmente dalla Cei, i ragazzi che desiderano diventare sacerdoti e, spesso, non si riesce a garantire il giusto ricambio generazionale nelle varie parrocchie. Non è questo il caso, però, della diocesi ascolana, visto che il prossimo 30 aprile, in duomo, ci sarà l’ordinazione di due nuovi sacerdoti.

I protagonisti

Si tratta del trentenne Luca Censori, originario di Monsampolo del Tronto, e del 38enne Matteo Mantenuto, originario di Pescara ma cresciuto sotto le cento torri nel corso degli ultimi anni. La cerimonia si svolgerà in duomo, alle 18, e sarà presieduta dal vescovo Gianpiero Palmieri, il quale in questo periodo è quotidianamente al fianco dei due futuri sacerdoti. Le loro storie sono profondamente diverse, ma accomunate dall’amore verso Dio e dalla volontà di mettere la propria vita nelle mani del Signore. Entrambi, al momento, stanno completando il periodo di formazione. Luca Censori è diacono nella parrocchia di Santa Maria Goretti, nel popoloso quartiere di Piazza Immacolata. Matteo Mantenuto, invece, opera nella parrocchia del Sacro Cuore e dei Santi Pietro e Paolo, a Campo Parignano. Quest’ultimo è laureato in medicina e si è specializzato in neurologia. Mantenuto per diversi anni ha prestato servizio negli ospedali di Chieti e L’Aquila, per poi scoprire la sua vocazione e decidere di prendere i voti per diventare sacerdote.

Il racconto

Ed è proprio uno dei due a raccontare come è avvenuta la chiamata del Signore. «Era il 2014 e mi trovavo a Loreto per la veglia regionale della pastorale delle vocazioni – rivela Luca Censori -. Per me, quello, era un periodo strano. Da poco era terminato il mio contratto di lavoro in una fabbrica e mi ponevo continuamente delle domande su quale percorso intraprendere nella mia vita. Anzi, in realtà era la prima volta che mi domandavo seriamente cosa dovessi fare della mia esistenza. E lì si riaccese quel pensiero che, secondo me, avevo sempre dentro ma che era nascosto. Ho intravisto una possibilità e ne ho parlato con i parroci della mia parrocchia, che mi hanno cominciato a guidare in questo percorso».

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