Ascoli Piceno-Fermo

Covid e ospedali, Milani: «Nessuna emergenza nel Piceno. È solo aumentata la pressione»

Il direttore generale dell'Area Vasta 5 di Ascoli Piceno smentisce che le due strutture ospedaliere della provincia, siano in una situazione ingestibile per i posti letto a causa della paura del contagio da coronavirus

L'ospedale “C.e G. Mazzoni” di Ascoli Piceno

Ascoli- «Non c’è alcuna emergenza. Negli ultimi giorni abbiamo solo dovuto accogliere pazienti dall’ospedale di Fermo, a causa dell’aumento dei casi in quella zona. Ma parliamo di 3 persone ad Ascoli e forse altre 7 che dovranno arrivare e che verranno ospitati nei reparti dell’ospedale di San Benedetto».

Il direttore generale dell’Area Vasta 5 di Ascoli Piceno, Cesare Milani smentisce che le due strutture ospedaliere della provincia, siano in una situazione ingestibile per i posti letto a causa della paura del contagio da coronavirus. Al Mazzoni i posti di terapia intensiva, allestiti presso l’ex reparto di malattie infettive sono 12 – come due mesi fa.. – di cui 8 occupati. Al Madonna del Soccorso di San Benedetto sono 12 per l’intensiva e 13 perla subintensiva, oltre a 60 posti per i pazienti covid non gravi.

«Naturalmente la riorganizzazione dei reparti per far fronte alla crisi coronavirus – spiega il direttore dell’Area Vasta 5 – ha comportato una diminuzione delle disponibilità dell’area medica sia a San Benedetto (60 unità) che ad Ascoli (20 posti), ma la sanità – grazie anche alla collaborazione delle cliniche private – continua a funzionare regolarmente. Noi abbiamo l’obbligo di curare tutti i malati, non solo quelli che si presume abbiamo il covid. Quindi – aggiunge Milani – è normale affrontare i problemi spostando qualche paziente in altri locali o reparti, secondo le necessità che si presentano».

Il responsabile della sanità pubblica nel Piceno, non nega che negli ultimi dieci giorni, dopo un lungo periodo di situazione stabile, la pressione sui Pronto soccorso o sugli ospedali è tornata a crescere. E che i sospetti malati covid complessivi, nei due nosocomi siano passati da 40 a 58. Ma questo non vuol dire che vi sia emergenza.

Anche se poi proprio di recente si è aggiunta la richiesta dell’Area Vasta di Fermo di accogliere nei reparti attrezzati alcune persone. «Siamo un po’ preoccupati solo per questa novità che si è creata nelle ultime ore – dichiara il direttore – non sapendo come evolverà nel prossimo futuro. Ma per il resto il quadro generale non è cambiato, e tutto il personale lavora con il massimo impegno per gestire al meglio la domanda sanitaria».

Da sottolineare che l’Area Vasta 5 del Piceno non ha avuto problemi nel gestire lo screening di massa ad Ascoli e San Bendetto, prima di Natale e ad inizio gennaio. Ed ora le operazioni, proseguiranno anche nei centri minori come Grottammare, Folignano ed altri.

Da ricordare che dai dati è emerso fino ad ora, che meno dello 0,4% della popolazione residente che si è sottoposta al tampone è risultata positiva al coronavirus. E che comunque positivo non vuol dire malato o individuo che ha bisogno di cure specialistiche o ospedaliere. Ieri intanto, l’ultimo decesso correlato al covid nell’Ascolano – ma come spiega la Regione Marche, con patologie pregresse – è stato quello di una anziana di 87 anni.

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