Ascoli Piceno-Fermo

Corso di ‘felicità’ per i dipendenti del Comune di Ascoli: insorge la minoranza

Il consigliere 'dem' Francesco Ameli chiede al sindaco chiarimenti: il progetto è costato circa dodicimila euro

Francesco Ameli (Foto: ufficio stampa)

ASCOLI – Una giornata di formazione intitolata ‘La via della felicità”. È quanto sono stati obbligati a frequentare i dirigenti, alcuni dipendenti e altre figure che ricoprono posizioni organizzative al Comune di Ascoli da parte della stessa amministrazione. Un’iniziativa che, allo stesso ente, è costata circa dodicimila euro. L’incontro si è svolto qualche giorno fa e la decisione ha fatto storcere il naso alla minoranza.

La polemica

Su tutti, ad alzare la voce, è il segretario provinciale del Partito Democratico, nonché capogruppo del Pd in consiglio comunale, Francesco Ameli. «Concordo pienamente sulla necessità di formare i nostri dipendenti comunali e penso sia lodevole il fatto che le amministrazioni pubbliche vogliono dare loro centralità, ma ritengo i costi assolutamente eccessivi – spiega Ameli -. Mi lascia basito, l’obbligatorietà che il sindaco ha dato con la sua lettera. Mi chiedo e chiedo alla cittadinanza: se si vuole pensare alla felicità ed al benessere dei dipendenti di una pubblica amministrazione, già solo redigere una comunicazione con cui si evidenzia l’obbligatorietà della partecipazione, non significa già di per sé questo una ‘soggezione psicologica’? In realtà tutto è in contrasto con l’auspicata felicità che si vorrebbe ottenere attraverso ‘esercizi esperienziali di attivazione della Happygenetica’, esercizi di ‘heart coerence’ ed ‘il viaggio nelle cinque stanze della vita’, che sono i temi affrontati nel corso. Tutto molto interessante, ma anche tutto molto stravagante».

L’attacco

«Ciò che mi perplime è, in particolare, la concezione di pubblica amministrazione che il sindaco sembri voler dare ai dipendenti – continua il consigliere comunale del Pd -. Non mi sfugge che le attività formative messe in atto, siano rivolte ad un percorso che, a giudizio dello scrivente, vuol far assumere alla pubblica amministrazione i contorni di un’azienda privatistica, facendone venire meno i propri caratteri essenziali. Ovviamente presenteremo un’interrogazione in consiglio comunale per farci spiegare per quale motivo la giornata di formazione sia stata riservata solo ad alcuni dirigenti e dipendenti, in base a quale criterio siano stati selezionati e se vi hanno partecipato dipendenti di altri enti. Penso sia necessario, inoltre, che il sindaco chiarisca come sia possibile imporre l’obbligatorietà per una cosa del genere, per un appuntamento che non può essere certo considerato un corso di aggiornamento sugli aspetti meramente tecnici dell’attività di dirigenti e dipendenti ma, piuttosto, inerente ambiti personali e privati che non possono e non devono essere oggetto di obbligo. Sarà inoltre interessante – conclude Ameli – capire quali rapporti intercorrano tra la società che ha offerto consulenza ed altre iniziative che sono state fatte nella città di Ascoli Piceno. Il sindaco Fioravanti può legittimamente fare tutti i ‘percorsi esperienziali’ che vuole, ma è assolutamente inaccettabile che imponga di farli ad un ristretto numero di dirigenti e dipendenti comunali, per giunta a spese dei cittadini ascolani».

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