Ascoli Piceno-Fermo

Campane a festa per Natale: a Grottazzolina i maestri campanari suonano ancora le corde a mano

Abbiamo intervistato Armando Belluti del “Gruppo Campanari S. Giovanni Battista" per conoscere più da vicino questa realtà

I fratelli Cristian e Iacopo Angelini “Gruppo Campanari S. Giovanni Battista"

GROTTAZZOLINA- A Natale le campane suonano a festa per annunciare la nascita di Gesù. Dall’alto dei campanili oscillano avanti e indietro armoniose diffondendo per le vie dei borghi e delle città una sensazione di gioia. Oggi la maggior parte delle campane è elettrificata, ma c’è ancora chi le sa suonare manualmente con le corde. Una vera e propria arte che richiede talento e preparazione. A Grottazzolina i campanili delle chiese di San Giovanni Battista e del SS. Sacramento e Rosario hanno ognuno tre campane che si suonano a mano e a manovrare le corde è un gruppo di sei giovani tra i 20 e i 40 anni. Armando Belluti, di professione falegname, è maestro campanaro. A 20 anni ha iniziato a suonare quasi per caso e con il “Gruppo Campanari S. Giovanni Battista” porta avanti la tradizione del paese. Lo abbiamo intervistato per conoscere più da vicino il lavoro che si cela dietro al suono delle campane.

Il maestro campanaro Armando Belluti

È difficile suonare le campane con la corda?
«Ci vuole una certa maestria per risparmiare le forze, dipende dalla grandezza delle campane. Qui la più grande è di 6 quintali ed ha il diametro di un metro ad esempio quella della Cattedrale di San Ciriaco ad Ancona dovrebbe essere intorno ai 40 quintali. Non è difficile imparare a suonare, basta provare e riprovare per alcune volte».

Quanti campanari occorrono per far suonare le campane dei campanili di Grottazzolina?
«Ogni corda è manovrata da un campanaro. Per farle suonare a distesa, quindi per farle oscillare, servono tre persone. Quando ad esempio è la festa patronale oppure la festa di Sant’Antonio Abate suoniamo nella cella campanara quindi proprio a contatto con le campane. Questo avviene in 4 o 5 occasioni durante l’anno».

Che suono fa la campana?
«La suonata a distesa è quando le campane oscillano, quando invece si suona a tocchi la campana è ferma e si muove solo il battaglio. La differenza si percepisce perché quando oscilla c’è l’effetto doppler, lo stesso di quando ad esempio sentiamo la sirena di un’ambulanza. La campana sembra uno strumento semplice invece è complicatissimo a livello sonoro. In realtà il suono non esiste: è il risultato della sovrapposizione dei toni parziali che danno l’impressione che ci sia una sola nota fondamentale. È una sorta di “illusione sonora”».

Matteo Laconi e Cristian Angelini “Gruppo Campanari S. Giovanni Battista”

Siamo arrivati a Natale, come e quando suonano le campane in questo giorno di festa?
«A Natale suoniamo le campane a festa e in modo solenne per cinque minuti. La prima suonata è durante la messa di Mezzanotte, le altre annunciano le celebrazioni della giornata. Questo avviene come per i festivi quindi un’ora prima della messa, mezz’ora prima, a un quarto d’ora e quando inizia si fanno tre tocchi. Nei giorni feriali invece le campane inziano a suonare mezz’ora prima della celebrazione. Comuanque ogni paese ha un sistema di suono proprio, non ce n’è uno unificato».

Non è un peccato che la maggior parte delle campane sia elettrificata e non più manuale?
«Il fatto che sia automatizzato non è un problema, lo diventa quando non permette di suonare manualmente. È importante che le due cose siano integrate perché altrimenti suonare ogni volta con le corde diventa un lavoro. Un tempo lo faceva il ciabattino del paese che chiudeva la bottega per qualche minuto per andare a suonare le campane e per questo veniva pagato. Oggi ovviamente non è più così».

Qualche curiosità sulle campane di Grottazzolina?
«Le tre campane della Chiesa di San Giovanni Battista e le tre campane della Chiesa del SS Sacramento e Rosario sono intonate come se fosse un unico concerto, quindi da lontano si può sentire lo stesso suono provenire da due campanili diversi. Questo è stato voluto appositamente dopo la guerra».

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