Ascoli Piceno-Fermo

Calo delle vocazioni, nel Piceno si va controcorrente: nel 2023 due nuovi sacerdoti

Il vescovo Palmieri, intanto, lancia un messaggio in vista del Natale: «Viviamolo con meno retorica ma con speranza»

Il Vescovo di Ascoli, Mons. Gianpiero Palmieri

ASCOLI – Il calo delle vocazioni, che sta riguardando tutta l’Italia, non risparmia neanche il Piceno. Nella diocesi di Ascoli, però, è arrivata una bella notizia. Nel 2023, infatti, ci saranno due nuovi sacerdoti, che verranno ordinati a fine aprile, in duomo, nel corso di una cerimonia che sarà presieduta dal vescovo Gianpiero Palmieri.

Volti nuovi

Si tratta di Luca Censori, originario di Monsampolo del Tronto, che sta dando una mano nella parrocchia di Santa Maria Goretti, nel quartiere ascolano di Piazza Immacolata, e di Matteo Mantenuto. Quest’ultimo è di origini abruzzesi ed è stato neurologo. Poi ha deciso di cambiare vita. La sua è una storia bellissima. Al momento collabora, come diacono, nella parrocchia dei Santi Pietro e Paolo. A detta del vescovo, comunque, anche nel Piceno è lecito attendersi un calo delle vocazioni, ritenuto fisiologico. A proposito di monsignor Palmieri, il prossimo 28 novembre sarà trascorso un anno dal suo insediamento nella diocesi di Ascoli. «Sicuramente è stato un anno importante – spiega monsignor Palmieri -. Mi sono trovato molto bene e sono stato accolto nel migliore dei modi non solo dalla comunità civile ma anche dagli stessi parroci. Finora è stata un’esperienza più che positiva. Ho percepito, devo ammetterlo, un forte desiderio da parte di tutta la diocesi di camminare insieme».

Il Natale

Nel frattempo, domenica prossima comincerà il periodo dell’Avvento, che porterà al Natale. E, in vista dell’inizio delle festività, monsignor Gianpiero Palmieri lancia un appello a tutta la popolazione affinchè si possa vivere al meglio l’atmosfera natalizia. «Dobbiamo aprirci sempre alla fede del Dio ‘fatto uomo’ – sottolinea, infatti, il ‘pastore’ della chiesa ascolana -. Questo Natale non sarà diverso da quello di duemila anni fa. Quindi, viviamolo all’insegna della solidarietà e della speranza. Occorre meno retorica, ma più convinzione nel cuore».

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