Ascoli Piceno-Fermo

Nel Piceno calo di ricavi e investimenti per metà delle imprese. Si spera nei fondi europei

Secondo dati Istat elaborati dal Centro studi Cna, calo del fatturato previsto tra il 50% e il 70%. Si salvano le attività che puntano su innovazione e formazione

ASCOLI PICENO – Cinque imprese su dieci che operano nell’Ascolano, prevedono un calo del fatturato nel corso del 2021. Una contrazione che a seconda delle tipologie di azienda e del comparto, può variare dal 50 al 70 cento dei ricavi. Una prospettiva non incoraggiante per il futuro dell’economia locale, che sta cercando con molto difficoltà di uscire dal periodo più nero degli ultimi decenni. I dati emergono da un rapporto dell’Istat elaborato per il Piceno dal Centro studi regionale della Cna.

Da esso si evidenzia come solo 3 aziende su 10 pensano di mantenere lo stesso fatturato, e solo 2 ipotizzano di aumentarlo. Una fotografia variegata e fragile, ma che illumina un quadro preoccupante e soprattutto molto incerto per l’attività delle imprese ascolane, in particolare di quelle più piccole. Confermato anche dai dati sugli investimenti, che il 20 cento delle aziende ha ridotto nello scorso anno mentre solo il 10 per cento li ha aumentati.

Numeri congiunturali che sottolineano una situazione grave, con contrazione di tutti i principali parametri aziendali. Anche se alcuni osservatori vedono degli spiragli di luce e hanno fiducia nelle possibilità future offerte dal Recovery Plan europeo.

«Uno scenario complesso che conoscevamo – commenta Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli – anche se è da segnalare che non tutte le pmi hanno un grafico in picchiata. Perché? Innovazione, diversificazione delle linee produttive, marketing innovativo – aggiunge Balloni – oltre che utilizzazione dei sostegni possono fare la differenza. E il futuro è da progettare sul fronte salute e sul buon uso del Recovery Fund».

Tuttavia la criticità delle prospettive per il prossimo futuro resta elevata. Lo testimoniano anche i dati sul movimento previsto delle imprese, inteso come cessazioni e nuove aperture di attività. Nelle Marche, per il 2021 il Centro studi della Cna prevede un calo “storico” delle iscrizioni pari a circa il 23 per cento rispetto al biennio precedente, con punte di meno 28 per cento nel primo semestre e una timida risalita a meno 17 per cento nel secondo semestre 2021.

Nel Piceno il calo stimato è inferiore a quello delle altre province, ma si attesta a un meno 20 per cento, ovvero 3 punti in più rispetto alla previsione della media nazionale.

Dunque ci sono sempre imprese che resistono ma che operano in un territorio che al contempo ha una minore propensione a crearne di nuove. E ciò fa riflettere sugli interventi di sostegno che si stanno mettendo in campo. A cominciare da quelli per la formazione dei giovani e per le agevolazioni a quelle aziende che provano ad assumere e ampliare gli organici, anche in prospettiva di nuove linee di prodotto e innovazioni ideati e implementati in tempi di stasi economica. Su queste realtà moderne ed efficienti, secondo Cna e molti osservatori occorre puntare per rilanciare il sistema economico e produttivo del territorio locale.

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