Ascoli Piceno-Fermo

Blitz della Guardia di finanza, sequestrate 357 banconote false a Ascoli

Le fiamme gialle sono partite dalla singola banconota contraffatta e poi hanno individuato le eventuali ipotesi di reato come truffa e riciclaggio

L'auto della Guardia di finanza

ASCOLI PICENO – 357 banconote false: sequestrate dalla Guardia di Finanza di Ascoli Piceno. Il valore sarebbe stato (se fossero state vere) di 18.195 mila euro. A portare a termine l’operazione il Comando provinciale delle Fiamme Gialle di Ascoli.

I militari sono partiti dal singolo detentore della banconota contraffatta e hanno poi individuato le eventuali ipotesi di reato connesse come la truffa e il riciclaggio. Il lavoro è stato possibile grazie anche alla stretta sinergia con il Centro Nazionale Analisi della Banca d’Italia.

Un comparto di specialità, quello della falsificazione delle banconote, definito dal Decreto Legislativo 19 agosto 2016, n. 177, nell’ambito della razionalizzazione delle funzioni di polizia e dei servizi strumentali, con il quale è stato affidato al Corpo il compito preminente sulla vigilanza del settore, affrontata nella duplice funzione di polizia economica e finanziaria e di polizia giudiziaria, volta alla ricerca, prevenzione e repressione dei reati ricompresi nel Titolo VII (“Dei delitti contro la fede pubblica”), Capo I (“Della falsità in monete, in carte di pubblico credito e in valori bollati”) del Codice penale.

La “classifica” delle banconote false sequestrate trova al primo posto il taglio da 50 euro (217 banconote, per un valore di 10.850 euro), seguite da quelle da 20 euro (78 esemplari, per un corrispondente valore pari a 1.560 euro) e, quindi, da 100 euro (50 biglietti, per un corrispondente valore pari a 5.000 euro). Nelle posizioni “più alte” si accodano quelle da 10 euro (7 pezzi) e 3 da 5 euro; per quanto attiene, infine, ai tagli di maggior valore, si annoverano una banconota da 500 euro e una da 200 euro.

L’entità dei sequestri di banconote operati dalla Guardia di Finanza di Ascoli Piceno testimonia l’impegno del Corpo alla repressione delle condotte di falsificazione monetaria, a corollario di una generale salvaguardia del risparmio dei consumatori e del sistema finanziario.