Ascoli Piceno-Fermo

Ascoli riabbraccia la chiesa di Rosara: al via i lavori post terremoto

Il complesso dei Santi Benedetto e Cristina era stato gravemente danneggiato dalle scosse dell'agosto 2016

ASCOLI – La città delle cento torri potrà ‘riabbracciare’ presto un simbolo che era stato danneggiato dal terremoto del 2016: la chiesa di San Benedetto e Santa Cristina, che si trova nella frazione ascolana di Rosara. Proprio in questi giorni, infatti, sono partiti i lavori di completamento: dopo la riparazione post sisma dell’edificio principale, oggetto di un altro intervento, l’Ufficio Speciale Ricostruzione ha infatti concesso il contributo di 520.528 euro per il restauro, il consolidamento ed il miglioramento sismico della casa canonica adiacente.

La chiesa dei Santi Benedetto e Cristina, nella frazione ascolana di Rosara

L’edificio

Ciò sta a significare che entro il prossimo giugno prenderanno il via le operazioni di cantiere. E che questo piccolo ma poco noto gioiello, come tanti ce ne sono nel ricco entroterra marchigiano, verrà restituito alla collettività.  La casa parrocchiale, in particolare, è costruita con muratura portante in pietra calcarea, che si congiunge all’edificio di culto sui lati sud-est. Il complesso dei Santi Benedetto e Cristina, dichiarato di interesse storico-architettonico, sorge in un contesto ambientale di eccezionale valore, alle pendici del Monte Rosara, caratterizzato dal travertino rosato da cui deriva il nome della frazione.

Sull’origine dell’edificio sacro non si hanno dati certi. In un documento dell’archivio parrocchiale compare la data del 1560 e il primo atto di battesimo pervenuto fino a noi al 1564, ma non è detto che si tratti del primo volume. Nel 1571 fu dipinto il tabernacolo. Nel 1573 esistevano certamente gli altari del Salvatore e di San Giorgio. Nel 1595 fu apposta sopra la fonte battesimale l’immagine di San Giovanni Battista. La casa adiacente, contigua alla chiesa, compare per la prima volta nell’inventario del 1830. Nel 1900 risultava angusta, pericolante, con coperture indebolite, muri esterni slegati e spiombati, infissi inservibili e pavimentazione sconnessa e pertanto fu sottoposta ad un radicale restauro.

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