Ascoli Piceno-Fermo

Ascoli Piceno, evasione fiscale internazionale per 15 milioni di euro. Nei guai imprenditore

Aveva sedi dichiarate di aziende a Sofia e a Dubai. Le investigazioni sono state messe in campo dalla Guardia di Finanza grazie ad una cooperazione internazionale che mira ad individuare quei soggetti che ricorrono ai “paradisi fiscali”

ACOLI PICENO – È una vicenda di “esterovestizione” quella scoperta dal Comando provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno. Le investigazioni delle fiamme gialle hanno portato alla denuncia di un imprenditore 62enne dell’ascolano per i reati previsti dagli articoli 5 “Omessa dichiarazione” e 10 “Occultamento o distruzione di documenti contabili” del Decreto Legislativo n. 74 del 2000.

Questo in relazione a simulazioni sulla gestione di tre società, tutte esercenti l’attività del commercio all’ingrosso di prodotti alimentari, che, secondo il quadro delle indagini di polizia giudiziaria delegate dalla Procura della Repubblica di Ascoli Piceno, hanno determinato un’evasione fiscale, in più comparti impositivi, per 15 milioni di euro.

Bulgaria ed Emirati Arabi i Paesi “prescelti” dove l’imprenditore, amministratore delle suddette imprese, aveva localizzato la loro residenza fiscale che, a seguito dei mirati approfondimenti investigativi condotti dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ascoli Piceno, si è rivelata fittizia e finalizzata al solo conseguimento di indebiti vantaggi dovuti dai regimi di tassazione più vantaggiosi rispetto a quelli nazionali, garantiti dai cosiddetti “Paesi a fiscalità privilegiata”.

COME FUONZIONAVA LA TRUFFA – L’imprenditore, tramite le società “estere” appositamente costituite, acquistava prodotti alimentari da note aziende italiane, facendoli risultare “cartolarmente” transitati fuori dall’Italia e rivenduti poi sul territorio nazionale senza l’applicazione dell’Iva e quindi a prezzi concorrenziali.

L’acquisizione della copiosa documentazione amministrativa sottoposta poi a sequestro ha consentito alle Fiamme Gialle di individuare gli elementi idonei a riconoscere un’avvenuta “esterovestizione” di tutte e tre le società che, pur avendo una formale sede al di fuori del territorio nazionale, venivano, di fatto, gestite ed amministrate ad Ascoli Piceno.
A conclusione delle tre verifiche fiscali intraprese nei confronti delle due società con sedi dichiarate in Sofia e di quella, ulteriore, in Dubai, è stata segnalata all’Agenzia delle Entrate una massa impositiva da ricondurre a tassazione di 15 milioni di euro, con connesse violazioni all’Iva corrispondenti a 1,5 milioni di euro.

Alla formazione del quadro probatorio si è addivenuti anche grazie alla “Cooperazione internazionale” promossa dal II Reparto del Comando Generale del Corpo, un istituto di supporto alle investigazioni di carattere economico e finanziario che, sfruttando le reciprocità sugli scambi delle informazioni tra i Paesi interessati, contribuisce ad individuare quei soggetti che ricorrono ai “Paradisi fiscali”.
Un ulteriore, prezioso supporto alle indagini è arrivato dal “recupero” dei dati informatici contenuti in diversi computer aziendali.

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