Ascoli Piceno-Fermo

Ascoli, il Pd torna all’attacco: «Sanità picena, una vergogna: ci stiamo mobilitando»

Il centrosinistra si è ritrovato a Offida, in assemblea, per elencare le criticità che riguardano il settore: presente anche Maffei

Il segretario Francesco Ameli durante l'incontro del Pd ascolano a Offida

ASCOLI – «Ci vuole una maggior attenzione nei confronti della sanità picena». Questo il monito che è arrivato dal Pd, dopo le ultime vicissitudini che hanno riguardato l’Ast di Ascoli, ovvero la locale azienda sanitaria territoriale. Il Partito Democratico, infatti, nel fine settimana si è ritrovato a Offida proprio per un confronto aperto sul tema, al quale hanno partecipato decine di militanti, oltre al dottor Claudio Maria Maffei, recentemente nominato dallo stesso Pd come coordinatore del gruppo tematico sulla sanità.

L’allarme

«Una sanità che nel Piceno e nelle Marche, con il nuovo piano sociosanitario di Acquaroli, non trova le risposte giuste su liste d’attesa, assunzioni per la sanità territoriale che nasce con i Pnrr e specifiche su quali reparti ci saranno nei due mezzi ospedali che abbiamo sul territorio – attacca Francesco Ameli, segretario provinciale del Partito Democratico -. Una sanità che nemmeno prende in considerazione un accordo di confine con il vicino Abruzzo. L’unico fatto concreto che vediamo nella nostra Ast è l’umiliazione del Piceno, che ha visto nel giro di un anno e mezzo cambiare addirittura quattro direttori senza alcun miglioramento del servizio offerto. Parte, quindi, la nostra mobilitazione per spiegare ai cittadini la nostra idea di sanità e come migliorare il servizio per cittadini operatori. Un grazie a tutti coloro che hanno dato il proprio contributo in termini di idee e riflessioni – conclude Ameli -, a partire da Claudio Maria Maffei, le associazioni di categoria e i sindacati presenti all’incontro».

L’analisi

«Al tempo della bozza del primo piano socio-sanitario delle Marche, nel 1981, gli ospedali pubblici in regione erano 68, tra cui proprio quello di Offida – ha proseguito Maffei, sempre durante l’incontro promosso dal Pd, facendo un’analisi di carattere prevalentemente regionale -. Che poi tanto ospedaletto non era, visto che aveva 92 posti letto: 45 di medicina generale, 41 di chirurgia generale, tre di ostetricia-ginecologia e tre di pediatria. La presenza media di pazienti era stata, nel 1979, di 59,93. In quell’anno l’ospedale di Offida era risultato il 23esimo nelle Marche come minor numero medio di presenze. Il primo piano socio-sanitario, quando approvato, tra il 1983 e il 1985, fu impietoso, prevedendo la riconversione dell’ospedale di Offida. In buona compagnia, però, dal momento che venne prevista la riconversione nel triennio del piano altri 28 ospedali. Nel triennio successivo ne dovevano essere riconvertiti altri dieci. Di questi 39 ospedali solo due non sono stati ancora riconvertiti: Pergola e Cingoli – ha concluso Maffei -. Per i quali adesso dopo esattamente quarant’anni si prevede anche un ulteriore rilancio. Se non è resilienza questa».

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