Ascoli Piceno-Fermo

Ascoli, il messaggio del vescovo per il Natale: «Ecco la luce che verrà a salvarci»

Monsignor Gianpiero Palmieri invita tutti a riflettere sul vero significato della festa, senza dimenticare chi sta soffrendo per la guerra

Il Vescovo di Ascoli, Mons. Gianpiero Palmieri

ASCOLI – Il Natale, adesso sì, è davvero vicino. E, in occasione delle festività, il vescovo di Ascoli monsignor Gianpiero Palmieri, ha voluto inviare un messaggio di auguri a tutti in fedeli del Piceno. Una lettera, la sua, che serve anche come stimolo e spunto di riflessione sul vero significato del Natale e su come viverlo nel migliore dei modi. Lo pubblichiamo integralmente.

La lettera

«Durante la messa della notte di Natale verrà proclamato come prima lettura un brano del profeta Isaia, che ascoltiamo tutti gli anni: ‘Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce’. Non è un caso che la celebrazione della nascita del Signore avvenga nel periodo più buio dell’anno, quando le ore del giorno si contraggono, e per di più a metà della notte. Fin dalla prima pagina della Bibbia, appare chiaro che Dio non sopporti che la realtà sia solo oscurità, caos, abisso. La prima parola di Dio è: ‘sia la Luce’, perché solo così può esserci la vita. Ma il testo di Isaia parla di un ‘popolo che cammina nelle tenebre’. Si riferisce ad un momento drammatico della storia di Israele, quando la città di Gerusalemme venne assediata dai nemici, circondata da eserciti pronti a distruggerla. Era il 734 avanti Cristo e il popolo angosciato e richiuso nelle mura sente ‘il rimbombo dei soldati che marciano’, vede ‘i mantelli intrisi di sangue’, è oppresso dal ‘giogo e dalla sbarra degli aguzzini’ che gravano sulle sue spalle. Non diversa da questa descrizione biblica è la situazione vissuta dai nostri fratelli che sono in guerra: in Ucraina e in ogni parte del mondo i nemici che assediano le città e i villaggi tolgono ai civili la luce, privano del riscaldamento, rendono difficile procurarsi il cibo e l’acqua. Ma solo quando il buio della disperazione riempie il cuore delle persone assediate, allora i nemici vincono davvero, perché a quel punto non c’è più niente da difendere, nulla da salvare, nessuna speranza per cui continuare a lottare: si fugge, si abbandona la propria casa alla distruzione dei nemici, e anche chi in maniera ostinata si aggrappa alle proprie cose, come i vecchi, sa che questo è una sicura condanna a morte. Credo che noi non riusciamo neppure ad immaginare che cosa significhi essere nel buio della guerra; ce lo hanno raccontato i nostri fratelli ucraini, con i volti ancora spaventati, gli occhi ancora pieni delle immagini delle vite distrutte dei loro connazionali o dei loro nemici. ‘Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande Luce’. È il Signore Gesù, il Bambino che Dio ha donato al mondo per alimentare la speranza degli uomini. È il Principe della Pace, un segno tanto fragile quanto potente, perché è donato da Dio. A noi è affidato il compito di farlo nascere nelle situazioni di disperazione, perché è lì il luogo in cui vuole essere deposto. Buon Natale a tutti».

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