Ascoli Piceno-Fermo

Ascoli adotta il Piano Città: valorizzare il patrimonio pubblico per ripartire dopo il sisma

A firmare l'accordo sono stati il sindaco Marco Fioravanti e il governatore Francesco Acquaroli, oltre al commissario Guido Castelli

La firma del 'Piano Città' ad Ascoli

ASCOLI – Ascoli adotta il primo ‘Piano Città’ degli immobili pubblici aprendo a un nuovo modello di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, proposto dall’agenzia del demanio, coerente con la pianificazione comunale, con i fabbisogni della pubblica amministrazione e le esigenze della cittadinanza, in un’ottica di sviluppo, crescita sociale, economica e culturale. Il protocollo è stato firmato oggi (giovedì 16 novembre) dal sindaco Marco Fioravanti, dal presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, dal commissario straordinario alla ricostruzione Guido Castelli e dai rettori dell’Università di Camerino e dell’Università Politecnica delle Marche, Graziano Leoni e Gian Luca Gregori. Il tutto, è avvenuto alla presenza del sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze, Lucia Albano, e del sottosegretario al ministero dell’Interno, Emanuele Prisco.

Il protocollo

Il piano promuove un approccio sistemico, multidisciplinare e multi-attoriale per favorire, nell’ambito di una strategia urbana integrata, l’individuazione di soluzioni di rigenerazione e riuso degli immobili pubblici. L’obiettivo è di massimizzare l’efficienza dei servizi, il benessere delle comunità, valorizzare il patrimonio culturale, rimuovere fattori di degrado e ottimizzare l’uso del suolo, contestualmente perseguendo l’efficientamento della spesa e la sostenibilità ambientale e sociale. In questa prima fase, sono stati individuati una serie di immobili di proprietà statale e comunale, ai quali potranno aggiungersi anche beni di altri enti pubblici. Tra quelli più significativi: l’area dell’Ex Carbon, di cui una parte tornerà in proprietà al Comune a seguito dell’intervento sostitutivo operato dal commissario straordinario per le bonifiche, ma anche Palazzo Colucci, Parco Colucci e l’ex caserma di proprietà dello Stato, l’area Castagneti, il fabbricato ex dispensario e l’area del mercato ortofrutticolo. Sono state poi individuate vie e piazze di proprietà comunale e in parte di proprietà statale (piazza Roma, l’asse viario di via XX Settembre, piazza Arringo, piazza della Viola con le vie di connessione, via Pretoriana, il largo urbano davanti al teatro Filarmonici, l’area retrostante lo Spontini e Piazza Giacomini), al fine di realizzare un piano urbano della mobilità sostenibile.

L’obiettivo

«Immaginare, pianificare e costruire la città del futuro è uno dei compiti più nobili e difficili di un amministratore pubblico – ha spiegato il sindaco Marco Fioravanti -. Il ‘Piano città’ è uno strumento che unisce la rigenerazione urbana al turismo, l’ascolto del territorio alla sostenibilità, nell’ottica di dare impulso alle zone colpite dal sisma anche sotto il profilo economico. Un grande piano che vuole disegnare l’Ascoli che verrà, attraverso una pianificazione territoriale che passa per la valorizzazione economica, sociale e culturale del patrimonio immobiliare pubblico». «La sottoscrizione del protocollo offre una visione complessiva, trasversale e strategica dello sviluppo di un territorio, colpito anche dal sisma, attraverso il recupero urbano e del patrimonio pubblico, in una prospettiva di massima competitività – ha proseguito il governatore Francesco Acquaroli -. È una buona pratica che potrà aprire una pista anche per altri Comuni, affinché si possa addivenire ad una strategia complessiva della valorizzazione e del recupero del nostro territorio che ha un enorme potenziale che deve essere riportato ad una visione comune e unitaria, per far esprimere al meglio tutta la nostra regione. Lo dico anche guardando alla nuova legge regionale urbanistico e del governo del territorio che stiamo portando a conclusione in queste settimane. Ogni azione che facciamo ha un riflesso sul futuro, dobbiamo riuscire ad immaginarla in un’ottica comune e integrata, cercando di comprenderne le ricadute tra tutte le realtà coinvolte, nella complessa sfida della competitività, della rigenerazione e della sostenibilità».

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