Ascoli Piceno-Fermo

Arquata del Tronto, per la ricostruzione servono 46 milioni. Ecco il programma (e le sue complessità)

Presentate le linee guida del Programma Straordinario di Ricostruzione per il borgo centrale. Il Commissario Legnini chiede di accellerare gli interventi

Arquata del Tronto, foto d'archivio

ASCOLI- Servono almeno 46 milioni di euro per ricostruire gli edifici e le opere pubbliche prioritarie del centro storico di Arquata del Tronto. È quanto hanno stimato i tecnici del Comune piceno distrutto dal terremoto del 2016, nel redigere il Programma Straordinario di Ricostruzione (Psr) che è stato illustrato ieri, 10 maggio, per la prima volta. Ma le risorse necessarie per l’operazione forse sono il problema minore. Perchè il Programma stesso, che ha definito in dettaglio le linee guida per gli interventi nell’abitato del «capoluogo» – e non delle sue frazioni – appare molto complesso da realizzare.

E questo per la morfologia del colle sul quale insisteva una volta il borgo di Arquata, con la sua Rocca medievale, la Torre civica, il municipio, i palazzi e tutte le case intorno. Una complessità che ha spinto i tecnici a chiedere esplicitamente ai decisori politici di far procedere insieme la ricostruzione della parte pubblica con quella degli edifici privati. Pena il rischio di far slittare ancora i tempi per l’avvio dei cantieri per le opere più importanti, cercando anche di salvaguardare laddove possibile i beni che hanno un valore storico ed architettonico.

La frazione di Pretare

Ma cosa prevede il PSR, che dovrà essere adottato dal consiglio comunale del paese, dopo un’ordinanza speciale del Commissario alla ricostruzione Giovanni Legnini? Una serie notevole di indicazioni tecniche e progettuali che partono dalla necessità di sistemare la viabilità principale – a cominciare dalla strada provinciale 129 che cinge il borgo – poi quella secondaria, e di seguito di realizzare terrazzamenti in alto, paratie e opere di sostegno a valle del nucleo abitato, come premessa sia per riedificare gli edifici pubblici che per pensare di mettere in sicurezza le case che hanno resistito alle scosse del 2016.

Dunque un percorso molto impegnativo dal punto di vista urbanistico, con cosi tante criticità da costringere l’arch. Olivieri – nella sua illustrazione dettagliata del Programma – ad affermare che per portare a termine l’impresa, occorrerà che vi siano «un unico soggetto attuatore ed unico soggetto esecutore degli interventi». E ciò proprio per velocizzare la cantierizzazione degli interventi, altrimenti destinata alle calende greche.

Per l’assessore regionale Guido Castelli, si tratta comunque di «una svolta» per Arquata, considerando i ritardi accumulati negli ultimi anni. Ma per il Commissario Legnini, a cui si deve quella famosa Ordinanza n.107 che ha snellito le procedure per accellerare i piani, è urgente fare di più: «Avete ricevuto il quadro conoscitivo del territorio grazie a tre università – ha commentato al termine della presentazione della Relazione – avete ottenuto gli strumenti per costruire il Psr: ora però dovete dare impulso alle operazioni, facendo scelte ulteriori che vadano oltre la pianificazione».

Insomma, non è più tempo di pensare e progettare, ma quello di agire. Per il bene della comunità e dei singoli residenti – sfollati od ospiti di scomode casette – che vogliono ricostruire e rientrare nelle proprie case. E se possibile rilanciare una vita sociale ed economica degna di questo nome, prima che si troppo tardi. Nel frattempo, si attendono i «Piani attuativi urbanistici» anche per le sette frazioni del territorio comunale più colpite dal terremoto. A 5 anni dalle scosse del 24 agosto e del 30 ottobre 2016, si poteva fare di più.

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