Ascoli Piceno-Fermo

Proroga Superbonus per cratere e aree alluvionate, costruttori e ordini professionali soddisfatti

Misura che raccoglie il plauso del mondo dell'edilizia, dai costruttori agli ordini, perché consentirà ai cantieri già avviati di ripartire e a quelli non iniziati di prendere avvio, grazie all'emendamento in Commissione Finanze

ANCONA – Proroga fino al 2025 della cessione dei crediti e sconto in fattura per il Superbonus 110% per le zone del cratere sismico del 2016, per quelle terremotate del novembre 2022 e per quelle alluvionate del 15 settembre 2022. È stato, infatti approvato nella serata di ieri 27 marzo, alla Commissione Finanze della Camera, un emendamento al decreto Superbonus, tanto atteso dal mondo dell’edilizia.

Garantisce fino al 2025 la cessione dei crediti e lo sconto in fattura per gli interventi di ricostruzione che hanno usufruito del 110% nelle lavorazioni non coperte dal contributo sisma. Una misura che raccoglie il plauso del mondo dell’edilizia, dai costruttori agli ordini professionali, perché consentirà ai cantieri già avviati di ripartire e a quelli non iniziati di prendere avvio.

Il presidente Ance Marche Stefano Violoni

Il presidente di Ance Marche, Stefano Violoni, ricorda che l’Associazione regionale dei costruttori edili si è «battuta molto sia a livello nazionale che regionale» e rimarca che i bonus fiscali per le aree del cratere erano stati introdotti dall’ex commissario straordinario alla Ricostruzione, Legnini, «per far fronte ai rincari del materiale» utilizzato dalle imprese nella ricostruzione, dal cemento alle materie plastiche, i cui costi sono schizzati verso l’alto mettendo le imprese in difficoltà «con il rischio di bloccare la ricostruzione privata».

«Ora i prezzi di alcuni materiali continuano ad aumentare seppur con minor vivacità», dice, sottolineando la necessità di monitorare i prezzi dei materiali. Se il tema dei rincari resta sul tavolo, per quando riguarda la ricostruzione pubblica, c’è ancora un altro nodo da risolvere, osserva Violoni, quello «della mancata liquidazione delle compensazioni dei prezzi del secondo semestre 2021, una misura che introdotta per ristorare le imprese» a fronte del caro materiali. Nelle Marche, secondo uno studio Ance, i crediti incagliati legati sl Superbonus 110% ammonterebbero a circa «770 milioni». Per i costruttori occorre intervenire in un’ottica di lungo periodo per garantire la sicurezza sismica degli edifici e l’efficientamento energetico, anche in vista delle direttive dell’Unione Europea.

«Siamo soddisfatti di questo intervento che aumenta l’attrattività del territorio e sblocca cantieri che avevano criticità in tal senso consentendo di proseguire con i lavori già iniziati – spiega Viviana Caravaggi, presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Ancona – . È un buon intervento, ora confidiamo nello snellimento delle procedure con semplificazione della normativa, il riconoscimento del ruolo dei professioni, oltre che lo sblocco dei crediti che sono ancora incagliati. La ricostruzione post sisma – conclude – è importante, sia per il rafforzamento della sicurezza degli edifici, che per l’efficientamento energetico ma lo è ancora di più se pensiamo al rilancio dei territori dal punto di vista sociale oltre che economico finanziario».

Il presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Ancona, Stefano Capannelli fa notare che si tratta di un intervento molto importante, in quanto «le popolazioni colpite dal sisma e quelle alluvionate non possono scegliere se ricorrere o meno al Superbonus 110%» si tratta di una misura ‘vitale’ «per procedere alla ricostruzione». Insomma giudizio positivo sul fronte della norma che Capannelli definisce «giusta». «Molti colleghi impegnati nella ricostruzione, dopo il blocco della cessione dei crediti – osserva – avevano commentato il provvedimento governativo sostenendo ‘così si blocca la ricostruzione’, questo però non deve succedere».

Certo, fa notare, «si sta riaprendo la cessione del credito, ma ancora la norma non c’è, dobbiamo attendere metà aprile, per conoscerne i dettagli, intanto però, da quanto emerge dalla stampa nazionale, sembra che il governo stia spingendo le banche ad accollarsi i crediti incagliati, che in Italia ammontano a 19miliardi».

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