Ascoli Piceno-Fermo

Sette anni dal sisma, nelle Marche si ricordano le vittime. Acquaroli: «Impegno per ricostruzione e ripresa»

Alle 3.36 del 24 agosto 2016, la prima scossa di terremoto, di magnitudo 6.0 nell'area del cratere che comprende quattro regioni (Marche, Lazio, Abruzzo e Umbria): 52 i morti pianti nelle Marche

Il borgo di Arquata devastato dal sisma

Nel cuore dei famigliari delle vittime e di chi ha perso casa e attività il tempo si è fermato alle 3.36 del 24 agosto del 2016, sette anni fa, quando una devastante scossa di terremoto, di magnitudo 6.0, sconvolse le vite delle persone residenti nell’area del cratere che comprende quattro regioni (Marche, Lazio, Abruzzo e Umbria). L’epicentro del terremoto fu localizzato tra Accumoli e Arquata del Tronto, ovvero tra Lazio e Marche: Pescara del Tronto, frazione di Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, venne rasa al suolo.

A seguito del sisma, che diede avvio ad una lunga sequenza di terremoti, si contarono 299 vittime rimaste sotto le macerie, 52 i morti pianti nelle Marche, migliaia gli sfollati. Nuove forti scosse vennero registrate il 26 ottobre del 2016 tra i Comuni di Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera, nel maceratese, la prima di magnitudo 5.4 e la seconda 5.9.

Ma il peggio doveva ancora arrivare perché la scossa più forte, quella che diede il colpo di grazia ad un territorio ormai ferito e bagnato dal sangue, avvenne alle 7:40 del 30 ottobre 2016, quando una scossa di magnitudo 6.5, la piu’ forte in Italia dopo il sisma in Irpinia, con epicentro tra Umbria e Marche (Norcia, Preci e Castelsantangelo sul Nera) rese inagibili gli ospedali di Tolentino e Amandola, provocò una spaccatura sul monte Vettore ed effetti sulla portata del fiume Nera.

E oggi, nel settimo anniversario, è il giorno del ricordo e del dolore. All’ora della prima scossa a Pescara del Tronto, sono state ricordate le 52 vittime nel corso di una cerimonia officiata dal parroco di Arquata e dal vescovo di Ascoli Piceno, alla presenza, tra gli altri, dell’assessore regionale, Andrea Maria Antonini, ascolano. Alle 18,30 di oggi è prevista una messa nella chiesa presso le Sae di Pescara del Tronto.

Il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, in un post sulla sua pagina Facebook ha ricordato le vittime e la devastazione: «Sette anni fa forti scosse di terremoto svegliarono l’Italia centrale portando morte e distruzione e tanto dolore. A sette anni – scrive – ricordiamo le 300 vittime, 52 nella nostra regione, ad Arquata e Pescara del Tronto. Continua quotidianamente il nostro impegno per la ricostruzione, la messa in sicurezza, la ripresa socio-economica e la competitività di questo straordinario territorio, che merita di tornare al più presto alla normalità e riconquistare la sua piena potenzialità».

A ricordare la tragedia con un post social è anche la parlamentare marchigiana del Pd Irene Manzi. «Il 24 agosto è il giorno del dolore e del ricordo ma anche il momento per parlare di futuro – scrive su Facebook – . Sette anni fa una scossa di terremoto di magnitudo 6.0 ha devastato i Comuni di Amatrice, Accumoli (Rieti) e Arquata del Tronto (Ascoli Piceno). Sotto le macerie sono rimaste 299 vittime: oggi le ricordiamo e ci stringiamo alle loro famiglie. In questa giornata chiediamo che si prosegua con determinazione, impegno e competenza nel lavoro – già positivamente avviato dal Commissario straordinario Giovanni Legnini- per garantire ai nostri territori sviluppo, assicurando ai luoghi del cratere la ricostruzione materiale degli enormi danni causati dai terremoti e condizioni di crescita e sviluppo sostenibile».

Nelle Marche, ricorda la dem, «ancora 8500 famiglie aspettano di tornare nelle loro case, sono i dati forniti dal Commissario Castelli. È fondamentale che si definisca un cronoprogramma certo per il progressivo ritorno dei residenti nelle proprie abitazioni, condizione determinante per una piena ripresa delle comunità colpite. Senza un’effettiva ricostruzione e condizioni di sviluppo adeguate per quelle comunità non sarà possibile garantire la vera ripresa dei territori colpiti, intervenendo concretamente sulle criticità che ancora ci sono. La ricostruzione è ciò per noi marchigiani farà la differenza».

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