Ascoli Piceno-Fermo

Ferrovia dei due Mari, lo studio di fattibilità in Senato. Un passo avanti per l’entroterra marchigiano

Tra le osservazioni della VIII Commissione nell'ambito del parere favorevole sull’aggiornamento del contratto di programma 2017-2021 tra Mit e Rfi è arrivato il progetto che connette il piceno con Roma

Treno, ferrovia (immagine di repertorio)

ANCONA – Dare ossigeno alle imprese colpite dall’emergenza coronavirus e dal sisma migliorando i collegamento ferroviari dell’entroterra. È stato chiesto lo studio di fattibilità per la linea Ascoli Piceno – Antrodoco, raddoppi per la linea Ancona – Roma, maggiore rapidità per la linea Adriatica e accelerazione della elettrificazione del tratto ferroviario Albacina-Civitanova. È quanto prevede l’accordo di programma con Rete Ferroviaria Italiana presentato alla Camera a inizio anno e che prevede 15,4 miliardi di investimenti per potenziare i collegamenti ferroviari nel Paese.

Novità di questi giorni è che lo studio di fattibilità per la linea Antrodoco-Ascoli Piceno la cosiddetta “Ferrovia dei due Mari” è approdato in Senato tra le osservazioni della VIII Commissione nell’ambito del parere favorevole sull’aggiornamento del contratto di programma 2017-2021 tra Mit (Ministero delle infrastrutture e dei trasporti) e Rfi (Rete Ferroviaria Italiana). Una novità importante perché la realizzazione di questa opera permetterebbe di collegare il piceno con Roma, fondamentale per far uscire il territorio, già martoriato dal sisma, dall’isolamento e per favorirne lo sviluppo.

«È stato chiesto di verificare la fattibilità della linea Ascoli-Antrodoco, che rappresenterebbe il completamento della “Ferrovia dei Due Mari” tra Roma e San Benedetto del Tronto – spiega il senatore marchigiano Mauro Coltorti presidente della Commissione Lavori Pubblici del Senato -. Questa linea attraversa l’area più colpita dalla crisi sismica del 2016-17 e costituirebbe certamente un volano per la ripresa degli investimenti e dunque della frequentazione in un’area ora desertificata».

«È la prima volta da tanto tempo che la questione della Ferrovia dei due Mari torna sul tavolo di lavoro di Rfi – commenta il facilitatore marchigiano del Movimento 5 Stelle, Giorgio Fede -. Conosciamo bene la storia più che secolare e politicamente a dir poco travagliata di questo progetto, ma siamo riusciti a riportarla sul percorso giusto».

Le Marche hanno due linee ferroviarie principali: l’Adriatica che la regione con il nord e il sud del Paese e l’altra che la connette con la capitale passando per l’Umbria. «Linee realizzate alla fine del 1800 e successivamente potenziate ma che ancora non possiedono gli standard di quelle che corrono lungo il versante tirrenico dove l’alta velocità è una realtà» osserva Coltorti nel precisare che l’accordo di programma prevede investimenti «per rendere la linea Adriatica più rapida e rispondente ai requisiti europei».

Più complesso invece il discorso per la tratta ferroviaria Ancona-Roma dove gli interventi sono resi complicati dal fatto che la linea attraversa l’Appennino, ma anche in questa tratta «sono previsti raddoppi della linea che permettano una comunicazione più rapida» annuncia Coltorti.

L’VIII Commissione del Senato ha chiesto l’immediato completamento delle due linee «per dare ossigeno e liquidità alle ditte stremate dall’emergenza Covid-19. È stata richiesta l’accelerazione anche della elettrificazione della Albacina-Civitanova che serve numerosi paesi del maceratese incluso il capoluogo», precisa il senatore.

«Particolare attenzione è stata posta a linee pre-esistenti oggi dismesse ma che sarebbero riattivabili con costi contenuti come la Fano-Urbino e la Fabriano-Pergola – prosegue Coltorti -. Queste linee sono in capo alla Regione e dispiace che il milione di euro messo a disposizione lo scorso anno per verificare la rimessa in funzione della Fano-Urbino non sia stato utilizzato».

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