Ascoli Piceno-Fermo

A14, viceministro Rixi ad Ascoli: «Impegno per il potenziamento dell’autostrada»

Il viceministro Rixi ad Ascoli per parlare di infrastrutture marchigiane e del possibile potenziamento dell'A14. «Quando si cantierizza a traffico aperto, il rischio sia per gli utenti sia per chi lavora all'interno del cantiere è particolarmente elevato»

Rixi ad Ascoli

ASCOLI PICENO – Il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi ad Ascoli.

Rixi ha fatto tappa nel capoluogo ascolano nella giornata di oggi, giovedì 23 febbraio, nella sede di Confindustria, in corso Mazzini.

Presenti i vertici di Confindustria Ascoli, con in testa il presidente Simone Ferraioli e le diverse autorità locali, il sindaco Marco Fioravanti, l’assessore regionale Andrea Maria Antonini,la consigliera Monica Acciarri, l’onorevole Giorgia Latini.

Sul tavolo dell’incontro le varie problematiche connesse al potenziamento dell’A14, in particolare nel tratto a sud delle Marche, oggi garantito da due corsie.

L’incontro

Il sottosegretario al Mit Edoardo Rixi ha spiegato che «si tratta di un tema che va affrontato, perché oggi non è previsto come investimento da parte del concessionario. Abbiamo chiesto di fare uno sforzo di volontà anche con la Regione Marche e di capire quali possono essere le prospettive: nasceranno degli studi, poi vedremo quale cosa sarà tecnicamente possibile».

«È chiaro che dove ci sono opere importanti, come gallerie e viadotti – ha detto ancora -, è difficile pensare a un allargamento della sede stradale, dovendo per altro lavorare con l’autostrada aperta al traffico».«Quello che è certo è che sulle opere prioritarie del Governo bisogna che ci sia attenzione da parte di tutti i ministeri per procedere rapidamente». Così il vice ministro alle Infrastrutture e Trasporti, Edoardo Rixi (Lega), a margine di un incontro all’interno di un tour nelle Marche che proseguirà anche domani.

«Abbiamo la necessità di creare un sistema ridondante, soprattutto nelle Marche, – ha concluso il vice ministro -, regione che è attanagliata da lavori autostradali e di manutenzione particolarmente pesanti. Ne abbiamo parlato le scorse settimane coi presidenti di Marche e Abruzzo e con la Società autostrade per trovare una soluzione alla perimetrazione dei cantieri e alle temporizzazioni. Ma è altrettanto evidente che se non avremo strade alternative comunque sarà difficile sbloccare la situazione del traffico. Per cui abbiamo bisogno di opere che ci consentano di drenare parte del traffico e anche la possibilità magari di riuscire ad avere un potenziamento ferroviario in grado di assorbire in parte il traffico pesante».

Altro tema caldo è stato quello riguardante l’arretramento dell’autostrada A14 di cui da tempo si dibatte. Il vice ministro ha aggiunto che «va affrontato perché oggi non è previsto potenziamento del tratto autostradale come investimento da parte del concessionario. Abbiamo chiesto di fare uno sforzo di volontà anche con la Regione e di capire quali possono essere le prospettive. Nasceranno degli studi, poi tecnicamente vedremo quale sarà più utile. È chiaro che dove ci sono opere importanti, gallerie e viadotti, è difficile pensare a un allargamento della sede stradale, dovendo per altro lavorare con l’autostrada aperta. Se ci sono tracciati alternativi si lavora senza influenzare il traffico e con maggiore sicurezza».

Impossibile non menzionare i numerosi incidenti stradali costati vite umane nel tratto marchigiano dell’A14: «Quando si cantierizza a traffico aperto, il rischio sia per gli utenti sia per chi lavora all’interno del cantiere è particolarmente elevato; questo è un aspetto che ci interessa moltissimo poiché in alcune aree, tra cui anche la Marche, non ci sono alternative rispetto alla sede autostradale. Ipotizzare di chiudere l’autostrada per fare i lavori diventa sostanzialmente una strada impraticabile. – ha ammesso -. Quindi bisogna cercare di rivedere alcune regole in alcuni cantieri. Però se da una parte ridurre il numero di cantieri migliora la situazione del traffico, dall’altra è vero che dilata i tempi di esecuzione dei lavori stessi. Il rischio è non vedere mai la fine di questi lavori, perché quando si finisce di mettere a posto l’ultimo pezzo, è ora di rimettere mano a quello che è stato completato per primo e via discorrendo. Dobbiamo allora confrontarci e capire, rispetto alla situazione marchigiana, come riuscire a ad alleggerire il traffico della rete autostradale, ma servono prima alternative».

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