Ancona-Osimo

Sanità, l’ospedale regionale potenzia soccorso e osservazione: ecco l’Obi e il volo notturno

Il servizio di elisoccorso notturno è già operativo per coprire tutto il territorio regionale, mentre l'osservazione breve intensiva è stata ampliata passando da 100 metri quadrati a 300

Da sinistra Maraldo, Pasqualucci, Caporossi, Acquaroli, Salvi e Rocchi (immagine di repertorio)

ANCONA – È stato avviato da alcuni giorni il servizio di elisoccorso notturno nelle Marche che consente di coprire l’intero territorio regionale durante l’arco dell’intera giornata. La presentazione ufficiale questa mattina – 9 ottobre – agli Ospedali Riuniti di Ancona alla presenza del presidente regionale Francesco Acquaroli, del direttore generale dell’ospedale regionale di Torrette Michele Caporossi, del direttore amministrativo Antonello Maraldo, del direttore sanitario Arturo Pasqualucci, del primario dell’elisoccorso Germano Rocchi e del Pronto Soccorso Aldo Salvi. Nella stessa mattinata si è proceduto anche al taglio del nastro della nuova Osservazione Breve Intensiva a cui hanno preso parte la sindaca di Ancona Valeria Mancinelli e il rettore dell’Università Politecnica delle Marche Gian Luca Gregori.

L’eliambulanza Icaro 02, operativa in notturno da domenica 4 ottobre, attualmente si alza in volo dalla base di Fabriano e può atterrare in 27 piazzole che coprono per intero le varie aree delle Marche, trasportando poi i pazienti al Trauma Center di Torrette. La piazzola di Ancona, a Torrette, tornerà operativa non appena saranno ultimati i lavori di adeguamento per renderla idonea al volo notturno.

Le autorità in visita all’Obi

«Il volo notturno significa portare il Dea di secondo livello di Torrette alle comunità svantaggiate, specie quelle della montagna e collinari. I nostri specialisti potranno arrivare direttamente al paziente portando un primo soccorso consentendo un gigantesco passo avanti nella tutela della salute» ha affermato il direttore generale Michele Caporossi, spiegando il cuore dell’iniziativa.

«Abbiamo ancora un periodo di rodaggio perché non si usano ancora i visori notturni, una tecnologia nuova che permetterà anche di atterrare su basi che non hanno illuminazione e che quindi moltiplicherà le possibilità – prosegue – , ma essere partiti ci consente di avere tre mesi di tempo, scaduti i quali e terminata la formazione, andremo ad usare questa tecnologia».

«Una bella notizia per tutta la comunità marchigiana – ha commentato il presidente regionale Francesco Acquaroli -, per potenziare l’emergenza urgenza che costituisce una salvaguardia importante della salute». Inoltre il governatore ha espresso la sua gratitudine al governo regionale precedente «per la scelta oculata e giusta compiuta» nell’ambito del volo notturno e ha ringraziato gli Ospedali Riuniti per il lavoro svolto dalla direzione e dagli operatori sanitari nell’ambito dell’emergenza coronavirus e per quanto fatto successivamente per smaltire le richieste accumulate. Infine ha posto l’accento sulla necessità di fare squadra fra istituzioni che unite possono mandare «un messaggio chiaro e semplice più facilmente fruibile dai cittadini».

«Sarà un autunno difficile – ha detto Acquaroli – non solo per la pandemia ma anche perché sarà necessario mettere in campo tutte le azioni possibili per garantire la salute» ed evitare nuove chiusure che minacciano la tenuta socio economica. Insomma, «una sfida molto  importante che presuppone la massima collaborazione e sinergia».

Acquaroli e Caporossi in una delle stanze dell’Obi

Nell’ambito del volo notturno la direzione ospedaliera è ancora al lavoro e in previsione c’è un ampliamento delle basi di atterraggio e la direzione ospedaliera conta «entro fine 2021 di arrivare  55 basi», come ha annunciato il direttore amministrativo Maraldo, per garantire una copertura del territorio ancora più serrata. Ma intanto si tratta dell’attivazione di un importante servizio che andrà a portare il soccorso nelle aree più penalizzate e distanti della regione, come l’entroterra.

L’elisoccorso, grazie ai due nuovi elicotteri recentemente acquisiti, più spaziosi del 72%, consentono di «eseguire manovre salvavita anche in volo», ha sottolineato il primario Germano Rocchi, con un notevole accorciamento dei tempi di soccorso e di arrivo in ospedale, inoltre ha puntualizzato che i nuovi mezzi potranno in futuro atterrare anche in piazzole individuate in siti non certificati Enac grazie ai visori notturni. Attualmente per il decollo notturno l’eliambulanza impiegherà al massimo 30 minuti, ma già dal prossimo anno con le nuove tecnologie basteranno al massimo 20 minuti. Esperto in missioni di guerra, Rocchi ha sottolineato che il servizio ha potenzialità enormi e può estendersi in maniera capillare, andando a legarsi al concetto di centralizzazione del Trauma Center dove i medici «hanno tutto per salvare la vita al paziente».

Il momento del taglio del nastro

Il direttore amministrativo Antonello Maraldo ha evidenziato che i visori notturni arriveranno entro il 16 dicembre e che quindi già da quella data sarà possibile individuare nuovi punti di atterraggie e ha anche sottolineato che Torrette è il primo ospedale in Italia a dotarsi del Secufly, un sistema di monitoraggio del volo da remoto.  Il direttore sanitario Arturo Pasqualucci ha auspicato il potenziamento di tutte le strutture che fanno parte della rete di Torrette in un prossimo avvenire, mentre il primario del Pronto Soccorso Aldo Salvi ha snocciolato i numeri in crescita registrati dalla medicina sub intensiva di Torrette. Infatti nella stessa giornata si è proceduto al taglio del nastro di una importante struttura della Medicina d’Urgenza, l’Obi, Osservazione Breve Intensiva che è cresciuta passando dagli iniziali 100 metri quadrati a ben 300 metri quadrati di superficie. Un incremento molto importante specie alla luce dei numeri di codici critici che registra l’ospedale regionale.

Torrette è infatti passato dal 22% di codici critici del 2016 al 28% del 2020, mentre parallelamente sono migliorati i tempi di attesa dei codici gialli. A crescere sono anche i numeri dei traumi maggiori, che segnano un incremento di oltre il 200% nell’arco temporale dal 2015 al 2019, anche se nel 2020 sono stazionari. L’allargamento dell’Obi è strategico non solo per il soccorso, ma anche per la pandemia di coronavirus, qui infatti restano in osservazione i pazienti che hanno avuto accesso al Pronto Soccorso e che necessitano di monitoraggio, e dati gli spazi ampi e la pressione negativa degli ambienti, possono ospitare pazienti covid.

La dottoressa Susanna Contucci, responsabile dell’Osservazione Breve Intensiva ha spiegato che l’Obi è un percorso integrato nel Pronto Soccorso dedicato ai pazienti che necessitano di una osservazione per arrivare ad una diagnosi prima del ricovero o della dimissione: «Il pronto soccorso non è più un luogo di passaggio, ma è sempre più un luogo dove occorre fare diagnosi e terapia, nella fase iniziale di patologie acute». Nell’area ci saranno 10 posti letto monitorizzati, con pressione negativa che serve a ridurre la diffusione delle infezioni, potendo trasformarsi in area covid in sicurezza.

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