Ancona-Osimo

Il virus letale si prende Pacetti, storico fondatore del Caffè Lombardo

Il fondatore del locale di Corso Mazzini ad Ancona è morto all'età di 94 anni. Celebre l'episodio del 2003 quando, durante il blackout nazionale, riuscì comunque a servire caffè

Sergio Pacetti
Sergio Pacetti morto all'età di 94 anni

ANCONA – Un altro pezzo di storia anconetana se ne va. Si tratta di Sergio Pacetti, storico fondatore del “Caffè Lombardo“, scomparso all’età di 94 anni a causa degli effetti derivanti dal virus. Dalla sua intuizione era nato, lungo Corso Mazzini all’altezza delle Tredici Cannelle, uno dei locali più vissuti dagli anconetani negli anni che ha visto passare intere generazioni. Sergio era lì, pronto ad accogliere tutti, per un pranzo, una colazione, un aperitivo o una cena. D’inverno e d’estate, indistintamente. È stato ricordato ieri, 19 aprile, alla Parrocchia San Paolo di Vallemiano dinanzi a poche persone a causa della normativa vigente. Ma l’affetto è arrivato ugualmente alla famiglia presente, rappresentata dalla moglie Vanda, dai figli Roberto e Luana e dai tanti nipoti.

Nel corso degli anni, come detto, il Caffè Lombardo è stato un pezzo di storia. Dalle prime partite seguite attraverso la radio e poi attraverso la televisione, fino ai ritrovi mattutini per commentare le varie notizie. Fu anche tra i primi precursori dei dehor all’esterno posti accanto all’attuale gelateria-ristorante-pizzeria Rosa che, oggi, ha preso parte dei vecchi locali del Caffè Lombardo (chiuso dal 2006). Pacetti viene descritto e raccontato come una persona di poche parole ma dall’animo buono, sempre pronto ad andare incontro alle esigenze dei propri clienti.

Celebre fu l’episodio avvenuto nel 2003 quando, a seguito del black out nazionale che coinvolse tutta Italia in una domenica autunnale: il Caffè Lombardo e Pacetti furono gli unici a garantire la corretta consumazione del caffè espresso in quanto provvisti di una macchina che andava a gas. Per questo fatto ci furono interviste e approfondimenti per giorni che lo portarono inevitabilmente sulla ribalta nazionale.

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