Ancona-Osimo

Violenza di genere: nelle Marche 400 vittime ogni anno nei cinque centri dedicati

Indipendentemente dalle origini, gli episodi di violenza si verificano principalmente tra le mura domestiche. «Dall'inizio del mio mandato le risorse per il sotegno alle strutture sono passate da circa 100mila euro a un milione e trecentomila», dice Manuela Bora assessora regionale alle pari Opportunità

Foto di repertorio

ANCONA – Sono circa 400 le donne che si rivolgono ai cinque centri antiviolenza dislocati nelle province.

Sono numeri importanti quelli che emergono dal report annuale della Regione Marche che fotografa con precisione questa situazione: alcuni dei centri antiviolenza hanno costituito anche propri “Sportelli decentrati” per offrire un servizio più vicino alle donne, particolarmente utile soprattutto per le aree dell’entroterra marchigiano, ancor più dopo la sequenza sismica che ha colpito le Marche nel 2017. Quello che viene offerto è un servizio di prima accoglienza completamente gratuito, ad ogni centro è inoltre collegata almeno una Casa Rifugio di riferimento. Nelle Marche, forse unico caso in Italia, da fine 2013 è operativa una Casa di emergenza “a valenza regionale” cui i diversi soggetti a cui la donna si rivolga (Comuni, Forze dell’Ordine, Pronto Soccorso…) possono fare riferimento per una protezione “immediata” della stessa, sola o con figli per il periodo necessario all’individuazione della soluzione più idonea alla specifica condizione personale e familiare della donna presa in carico in condizioni, appunto, di emergenza.

Attualmente nella nostra regione ci sono quattro case rifugio di primo livello: una nei territori del fermano e dell’ascolano operativa dal 2001 e altre tre negli altri territori provinciali, per la protezione di donne vittime di violenza, sole o con figli; sono strutture residenziali ad indirizzo segreto in cui viene condiviso con la donna e personalizzato i percorso di fuori-uscita dalla violenza, avvalendosi di personale femminile appositamente formato sulla metodologia di accoglienza per donne vittime di violenza.

Numeri alla mano il fenomeno viene fotografato così: le donne che lo scorso anno si sono rivolte a questi centri sono principalmente italiane, la presenza delle straniere è in linea con gli anni precedenti, si tratta soprattutto di donne albanesi e rumene.

Indipendentemente dalle origini, gli episodi di violenza si verificano principalmente tra le mura domestiche. A commentare il report è Manuela Bora assessora regionale alle pari Opportunità e Presidente Forum permanente contra le e la violenza di genere: «Dall’inizio del mio mandato mi sono impegnata perché venissero incrementate le risorse regionali per il sotegno a Case e Centri, risorse di fatto decuplicate e passate da circa centomila euro a un milione e trecentomila euro. L’impegno prosegue soprattutto nei confronti dei comuni».

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