Ancona-Osimo

“Vado, ma poi torno”

Intervista allo scrittore anconetano Davide Barigelli, il cui primo romanzo è stato pubblicato da Lettere Animate. «La vita è sempre un arrivare per ripartire», dice

ANCONA – Davide Barigelli, classe 1984, vive ad Ancona e ha una sorella gemella e due fratelli, più grandi, gemelli. È laureato in Economia del Territorio e del Turismo. Lavora nel capoluogo dorico presso la Banca Popolare Etica e da sempre è impegnato nell’ambito educativo e sociale, ex-scout. Nel giugno 2016 è stato pubblicato il suo primo libro “Vado, ma poi torno”, edito da Lettere Animate.

Dovendo riassumere in poche parole “Vado, ma poi torno”, cosa diresti?
«Leggere questo romanzo significa immergersi tra incertezze giovanili, sbandate, crisi familiari, malattie, ma anche sogni e speranze che i quattro protagonisti affronteranno insieme, uniti da un’amicizia indissolubile».

Da quali elementi sei partito per scrivere il libro?
«Dal mondo giovanile che frequento come educatore, unito ad un’attenta osservazione della società in cui viviamo e a un ascolto approfondito delle situazioni e delle relazioni».

Se dovessi utilizzare 3 parole per definire il romanzo quali useresti?
«Freschezza, libertà, realtà».

Davide Barigelli presenta il suo libro “Vado, ma poi torno” presso la libreria Mastai

Da dove nasce la passione per la scrittura?
«Mi è sempre piaciuto scrivere, ma non mi sarei mai immaginato di arrivare a tanto. Poi un giorno due persone a me care che, non si conoscevano, mi hanno suggerito in momenti diversi di scrivere un libro e da lì è iniziato tutto».

Perché il titolo “Vado, ma poi torno”?
«Perché la vita è sempre un “arrivare per ripartire” e, leggendo il romanzo, si potrà notare che ogni protagonisti vivrà una partenza e un ritorno».

È un romanzo autobiografico?
«No, ma posso comunque dirti che mi ha coinvolto molto».

Cosa c’è di te in Nick, uno dei protagonisti del romanzo?
«Nick, come gli altri protagonisti, è frutto della mia immaginazione, del mio vissuto, di quello che mi ruota intorno. Potrei dirti che in Nick, come negli altri, c’è qualcosa di ognuno di noi, sta al lettore capire cosa».

Perché il romanzo è ambientato a Senigallia?
«Avevo bisogno di una città nota per il suo mare e Senigallia, da questo punto di vista, era funzionale per il libro perché è conosciuta come la spiaggia di velluto».

Cosa rappresenta per te il mare?
«Sono nato e cresciuto “in” Ancona e quando sono stato lontano dalla mia città la cosa che più mi è mancata era proprio il poter vedere il mare. Credo che con esso si instauri un rapporto viscerale, difficile da spiegare, ma facile da comprendere per chi, come me, è nato in una città marinara. Il mare per me è infinito, profondo, accogliente, coinvolgente, rilassante, dirompente, è rifugio fedele dove andare per tornare rigenerato».

Il filo conduttore del libro è il legame tra quattro ragazzi. Quanto è importante per te l’amicizia?
«L’amicizia è un sentimento talmente raro che, se trovato, va accolto e custodito…per me la persona amica è colei che è disposta a starti affianco, ad ascoltarti, a non giudicarti, a confrontarsi, a crescere insieme, sostenendosi e aiutandosi, nel complesso cammino della vita».

Nel romanzo si parla anche di fede, cosa significa per te?
«La fede è un dono gratuito che ho avuto la fortuna di ricevere e che, quindi, mi sento in dovere di ridonare nel mio quotidiano, negli incontri che faccio e nelle situazioni che mi si presentano; il tutto, se possibile, con il sorriso e la gioia che la vita mi ha insegnato».

Un altro momento della presentazione

A chi è rivolto il libro? E dove dovrebbe arrivare?
«Mi piacerebbe che il romanzo fosse letto dai giovani, ma anche da tutte quelle persone che hanno a che fare con il loro mondo, dai genitori, agli insegnanti, agli educatori. Un mio sogno poi è che arrivasse nelle scuole per stimolare discussioni, dibattiti e riflessioni. Sarebbe davvero bello poter incontrare i ragazzi per confrontarsi e ascoltare i loro pensieri, le loro idee, le loro storie, quello che il libro gli stimolerà».

La colonna sonora del libro?
«Vivere di Vasco Rossi e Father and son di Cat Stevens».

Tre aggettivi per definire Davide Barigelli scrittore?
«Pignolo, riflessivo, attento».

Il libro della tua vita?
«L’amico ritrovato di Uhlman».

Scrivi a mano o con il computer?
«Scrivo con il computer, ma quando mi vengono delle idee e non ce l’ho con me, mi appunto tutto e poi trascrivo».

Se ora avessi davanti a te una pagina bianca cosa scriveresti?
«Scriverei: grazie».

Scrivere è un modo per parlare di te o suggerire qualcosa agli altri?
«Per me è un modo di suggerire qualcosa agli altri, o meglio, senza considerarmi chissà quale intellettuale, preferisco pensare di farlo per descrivere le situazioni e stimolare una riflessione più approfondita sul mondo in cui viviamo».

Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
«Ti confesso che il secondo libro è cosa fatta… posso dire che non è il proseguo di “Vado, ma poi torno”, ma nel prossimo romanzo l’attenzione si sposta dalla cerchia ristretta, che primeggia in questo libro, ad una visione più ampia del mondo».

ABSTRACT DEL LIBRO: «Solamente se sei disposto a guardarti dentro, nel tuo profondo, potrai capire davvero chi sei e quale cammino intraprendere nella vita. Nick è lì e si guarda; ripercorre il suo passato, costruisce il suo presente e pensa al suo futuro; per fortuna non è solo, non lo è mai stato, e questa, insieme ai suoi amici, è l’unica certezza che lo accompagnerà in questo viaggio». Entrare nel mondo di Nick sembra facile, ma è bene farlo in punta di piedi per poterlo accompagnare silenziosamente in quella che sarà la sua avventura; in fondo è proprio lui che ci apre generosamente la porta e ci chiama a fiancheggiarlo, da protagonisti, ripercorrendo gli attimi più importanti della sua vita, costellata da tante situazioni e vicissitudini che ne hanno segnato la storia. Viene infatti naturale sentirsi partecipi delle avventure che il libro percorre insieme a Nick e ai suoi amici, con i quali ogni anno si ritrova a condividere un momento tutto loro fatto di confidenze, litigi, risate, confessioni, sogni, verità. Attimi in cui i quattro ragazzi, per un week-end, fermeranno il loro tempo e si dedicheranno a sciogliere ed intessere i gomitoli delle proprie vite per poterne trarre trame più robuste, possenti, migliori. Ed è così che ci ritroveremo spesso a viaggiare dalle dolci colline marchigiane ed umbre fino al mare in tempesta della famosa spiaggia di Senigallia immersi in un racconto che, tra una risata e una lacrima, ci porterà a riflettere sul vero senso della vita, sul bisogno personale di «sapersi guardare allo specchio e riconoscersi realmente» per poter affrontare al meglio le proprie scelte e il cammino che si vuole intraprendere. Già il mondo di Nick, alla fine, ci sembrerà talmente facile e bello che sarà difficile uscirne per tornare alla realtà di tutti i giorni e verrà forse spontaneo provare a portarne un pezzettino all’interno della propria vita per donarle un sapore diverso, nuovo, rigenerante.

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