Ancona-Osimo

Vaccino 5-11 anni, Storti: «Coinvolti pediatri e centri vaccinali». Simonini ai no vax: «Parlare solo di ciò che si conosce»

Mentre nelle Marche ci si organizza per la vaccinazione degli under 12, il primario della Rianimazione del Salesi Alessandro Simonini invita le famiglie a confrontarsi con i pediatri e sostiene l'utilità di immunizzare anche questa fascia d'età

Immagine di repertorio

ANCONA – Saranno i pediatri di libera scelta che si occuperanno, in via prioritaria, della vaccinazione nella fascia di età tra 5 e 12 anni. La conferma è arrivata dal direttore dell’Asur Marche, Nadia Storti. Nell’attesa del via libera da parte di Ema ed Aifa (rispettivamente l’agenzia europea e italiana per i medicinali) alla vaccinazione in questa fascia d’età, le Marche si stanno organizzando per questa campagna, nella quale saranno coinvolti «anche i nostri centri vaccinali», ha detto Storti, nel puntualizzare il fatto che «i fragili avranno sempre a disposizione il percorso negli ospedali».

Nadia Storti, direttore generale Asur Marche

Ma mentre nelle Marche ci si organizza per vaccinare anche i più piccoli, sta facendo discutere la dichiarazione del direttore dello Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, il quale ha affermato che in questa fase dell’epidemia è giusto immunizzare solo i bambini fragili, dopo che anche il direttore dell’Oms, Organizzazione mondiale della sanità, aveva espresso una posizione simile.

Ma a parte questa voce fuori dal coro, il mondo della medicina marchigiana è allineato sull’importanza di vaccinare anche questa fascia d’età. Proprio nei giorni scorsi la Società Italiana di Pediatria e l’Associazione ospedali pediatrici italiani hanno formalizzato in un documento l’invito alle famiglie a confrontarsi con il proprio pediatra sui tempi e le modalità per vaccinare i propri figli, nel quale sottolineano che la popolazione 0-12 anni, attualmente non vaccinabile, sta registrando un aumento dell’incidenza più elevato rispetto a tutte le altre classi di età e che risultano in aumento anche i ricoveri in ospedale e in terapia intensiva. Un appello sposato anche dal primario della Clinica di Anestesia e Rianimazione pediatrica del Salesi di Ancona, Alessandro Simonini.

Alessandro Simonini, primario Anestesia e Rianimazione pediatrica del Salesi di Ancona

All’ospedale pediatrico Salesi di Ancona, attualmente è ricoverata nel reparto diretto da Simonini, una ragazzina di 13 anni in gravi condizioni e intubata da 10 giorni per una polmonite da Covid. I medici stanno combattendo per curare l’adolescente, non vaccinata, e affetta da alcune comorbilità. Un caso grave «che fino ad oggi non avevamo ancora osservato ad Ancona» osserva.

Il primario rimarca l’importanza della vaccinazione anche nella fascia 5-11 anni: «Anche i bambini possono infettarsi – spiega – anche se con percentuali minori rispetto all’adulto, il Covid può essere pericoloso anche nei bambini» Oltre alle seppur rare polmoniti, il virus può dare origine a «sindromi infiammatorie multisistemiche anche gravi» e spiega che al Salesi sono stati trattati 4 bambini che hanno sviluppato questa sindrome, uno dei quali in condizioni gravissime che hanno reso necessario intubarlo. Altri casi di questo tipo sono stati gestiti anche nei reparti di pediatria.

Secondo il professor Simonini la vaccinazione contro il Covid nei più piccoli è importante non sono per evitare le complicazioni della malattia, ma anche per ridurre la diffusione del virus nelle comunità scolastiche, nelle palestre e nei mezzi pubblici.

Rivolgendosi ai no vax, il primario afferma «bisognerebbe parlare solo di cose di cui si conosce» e di cui si ha competenza: «Non vado a spiegare al meccanico come deve riparare l’auto, e con tutto il rispetto per tutte le figure professionali, ce ne sono alcune», come quelle operanti in campo medico, «che richiedono anni di studi e di specializzazione. Va bene la libertà di espressione, ma i contenuti devono avere una sostanza».

Simonini aggiunge «capisco quei genitori che possono avere paura di vaccinare i propri figli, le persone devono essere aiutate a capire» e in tal senso è importante il dialogo, mentre per quanto riguarda i No-Vax «con loro è una battaglia persa, non vogliono capire. È drammatico che ci siamo operatori sanitari che non si sono vaccinati, loro hanno visto gli effetti della malattia, non si possono negare, è segno di scarsa intelligenza».

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