Ancona-Osimo

Università di Ancona, il futuro delle nuove generazioni

Intervista al Rettore dell'Università Politecnica delle Marche, Sauro Longhi. Nella prima parte il bilancio di questi primi tre anni alla guida dell'Ateneo e gli obiettivi futuri

Inaugurazione a.a. 2016-2017 (Foto: Univpm)

ANCONA- L’Università rappresenta il futuro delle nuove generazioni. Ne è convinto Sauro Longhi, Rettore dell’Università Politecnica delle Marche. Eletto nel 2013, resterà in carica fino al 2019. Ingegnere e professore ordinario di Automatica, in questi primi anni alla guida dell’Ateneo è riuscito a raggiungere importanti risultati in termini di ricerca, internazionalizzazione, rapporti con il territorio, con le imprese e molto altro. Al via oggi un focus sull’ateneo per scoprire attraverso le parole del Rettore il mondo dell’Univpm e le opportunità per i suoi 17mila studenti. La prima parte dell’intervista verte sul bilancio di questi anni e sugli obiettivi futuri. La seconda parte è incentrata sull’importanza della ricerca, la terza sul diritto allo studio.

Rettore può farci un bilancio di questi anni passati alla guida dell’Università Politecnica delle Marche?
«
I tre anni appena conclusi mi hanno permesso di avviare una serie di azioni e progetti tutti enunciati nel mio programma elettorale e poi confluiti nel piano triennale 2014-1016. In particolare sulla valorizzazione della vocazione alla ricerca, della trasmissione delle conoscenze e della vocazione territoriale, sull’apertura internazionale per la valorizzazione degli ambiti nazionali e regionali, e infine sul miglioramento della cultura amministrativa. Progetti nei quali ho cercato di coinvolgere tutte le componenti dell’Ateneo. Il bilancio è molto positivo».

Può citarne alcuni?
Abbiamo voluto favorire una maggiore connotazione internazionale dell’Ateneo con l’avvio di 4 nuovi corsi di laurea in lingua inglese: International Economics and Commerce, Biomedical Engineering, Food and Beverage Innovation and Management, Environment Engineering, ed in collaborazione con 12 Università Europee, un nuovo corso di laurea in Marine Biology. Abbiamo cercato di rafforzare tutti gli strumenti che favoriscono la mobilità degli studenti. È stato potenziato l’Erasmus mettendo a disposizione appositi fondi per incrementare la borsa e aumentare il numero dei nostri studenti in uscita e favorire l’accoglienza degli studenti stranieri. Abbiamo lavorato sul potenziamento delle “relazioni”. Contemporaneamente sono stati finanziati progetti di accoglienza verso studenti stranieri provenienti da paesi in via di sviluppo, progetto condiviso anche dai nostri studenti con un contributo di solidarietà di cofinanziamento di 3 euro sulle tasse d’iscrizione. Abbiamo progettato e realizzato il Contamination Lab, un laboratorio per avviare i nostri studenti all’intraprendenza per creare lavoro per se e per gli altri, partendo dai risultati della ricerca e promuovendo strart-up innovative, spin-off universitari. Si può insegnare a diventare imprenditori, valorizzando quanto appreso negli studi.

Infatti, in base alla recente analisi condotta da Equinvest, tra gli istituti universitari italiani capaci di orientare i propri studenti all’innovazione, l’Università Politecnica delle Marche è quarta, dopo la Luiss di Roma e i Politecnici di Torino e Milano. Per rafforzare le nostre ottime capacità di sviluppare ricerca di base ed applicata sugli obiettivi di Horizon 2020, per essere così più competitivi a livello internazionale, abbiamo, con 7 milioni di euro di nostri fondi,finanziato attività di ricerca per progetti strategici nei campi delle scienze della vita, delle scienze fisiche ed ingegneria e delle scienze sociali e umanistiche. Abbiamo finanziato 46 progetti di ricerca che spaziano dalle migrazioni al monitoraggio delle costruzioni, dai cambiamenti climatici all’app per l’evacuazione, dall’assistenza materno-infantile alla cyber security nella sanità. Finanziamento che si aggiunge ai quasi 2 milioni che ogni anno vengono assegnati per i progetti dei Dipartimenti e per Assegni di ricerca. Nella recente valutazione della ricerca condotta dall’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca) abbiamo ottenuto ottime valutazioni con primati nella medicina e nell’architettura. I nostri risultati della ricerca hanno dato supporto alle attività produttive dei nostri territori, rafforzando le relative strategie di specializzazioni intelligenti, tanto che la nostra Università ha guidato la creazione di tre cluster nazionali in tre settori strategici per la nostra Regione, quelli di Fabbrica Intelligente, di Tecnologie per gli Ambienti di Vita e Agrifood e dei più recenti di Blue growth, Design and made in Italy, Cultural heritagetechnologies.

Nei primi tre anni abbiamo anche iniziato una riorganizzazione del nostro sistema amministrativo per migliorarne l’efficienza e far fronte alla continua riduzione del personale, introducendo un’organizzazione orientata più ai processi. Anche nell’ambito dell’assistenza sanitaria, abbiamo messo in connessione, sia per attività di ricerca che assistenziali oltre che formative, tutta la Facoltà di Medicina e Chirurgia con il Sistema Sanitario Regionale, oltre al convenzionamento con l’Azienda Ospedali Riuniti (l’azienda ospedaliera universitaria), l’ASUR (l’Azienda Sanitaria Unica Regionale), e l’INRCA (Istituto Nazionale di Riposo e Cura per Anziani), recentemente abbiamo stipulato un accordo con l’Azienda Ospedali riuniti “Marche Nord”.

Sauro Longhi, Rettore Univpm
(Foto: Univpm)

Cinque parole che racchiudono lo spirito dell’Univpm e perché..
Contaminazione. Culture ed esperienze diverse si devono confrontare per trovare nuove opportunità di crescita.
Capitale umano. La nostra università vive per questo, vive per formare un capitale umano capace di comprendere le complessità del presente e costruire un futuro migliore.
Libertà. La libertà di ricerca alimenta la conoscenza. La conoscenza dà la liberta di scelta e facilità la liberta di circolazione. La libertà valorizza il capitale umano.
Europa. Un sistema universitario aperto e dinamico continua a credere nell’Europa.
Internazionalizzazione. I confini e gli orizzonti si sono allargati, i sistemi digitali di comunicazione rendono le relazioni più semplici indipendentemente dalla distanza, queste opportunità vanno intercettate e comprendere le culture diverse dalla nostra.

Quali traguardi/risultati vuole raggiungere?
Il mio mandato rettorale ha compiuto tre anni e quindi con un giro di boa inizio il secondo triennio focalizzandomi sulla necessità di continuare a perseguire il compito che mi sono prefissato fin dall’inizio: l’Università rappresenta il futuro per le nuove generazioni ed è sempre maggiore, soprattutto in questi tempi di assoluta incertezza economica, la sua funzione di motore sociale. Lo studio e l’interesse per la scienza e la conoscenza sono occasione d’integrazione tra popoli e culture diverse, opportunità di contaminazione positiva capace di innescare meccanismi virtuosi per una crescita armoniosa, equilibrata e di pace. L’onestà nello studio produrrà future generazioni aperte e solidali, capaci di rispettare culture, tradizioni e religioni diverse. Su questi valori e su queste convinzioni stiamo lavorando per trovare motivazioni, risorse, entusiasmo, competenze e coraggio, per dare la necessaria spinta propulsiva al Paese e porre l’istruzione e l’accrescimento del sapere al centro dei valori della nostra società, così come avviene nell’intera Europa. Possono sembrare obbiettivi troppo ambiziosi, ma su queste prospettive dobbiamo confrontarci. A questo fine abbiamo elaborato un secondo piano strategico triennale 2017-2019, all’interno del quale abbiamo individuato gli obiettivi da raggiungere e le azioni da intraprendere. L’obiettivo più importante è far crescere la consapevolezza del ruolo centrale che ha l’università nella società.

C’è un progetto a cui tiene particolarmente?
Sono tanti i progetti che vorrei realizzare, tra questi forse il più importante è quello di avvicinare l’università alla società, far comprendere la ricchezza dei nostri studenti, la qualità e l’utilità delle nostre tante attività di ricerca, la capacità di costruire “ponti” tra culture anche molto diverse tra loro. Come ottenere questo? Con la qualità delle nostre azioni che quotidianamente svolgiamo. Ma anche con azioni di orientamento verso i più giovani. Per questo abbiamo iniziato attività di orientamento per gli alunni delle scuole elementari, per raccontar loro la bellezza dello studio e della ricerca, per appassionarli a diventare “campioni nella scienza”, mostrando loro i nostri laboratori e le nostre bellezze.

Ci sono delle novità in vista?
Con il secondo piano strategico 2017-2019 stiamo pianificando nuove azioni e nuovi eventi. Tra questi il finanziamento di un nuovo studentato al Cardeto, capace di incrementare l’ospitalità per i nostri studenti fuori sede. Siamo la più grande università delle Marche ed abbiamo il più basso numero di alloggi riservati agli studenti. Stiamo inoltre sviluppando alcune specifici progetti per fidelizzare i nostri ex studenti, per costituire una associazione, attualmente solo presente per quelli di Economia e Ingegneria. Così come un evento d’incontro tra tutti gli studenti di UNIVPM di ieri e di oggi, una reunion nel 2019, il primo “raduno mondiale” dei laureati dell’Università Politecnica delle Marche, in occasione del cinquantenario della fondazione della nostra università.

 

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