Ancona-Osimo

Un cuore biancorosso che vuole certezze. L’appello dei ragazzi di AnconaSiamoNoi

Seicento utenti registrati e 5.000 visite mensili per il forum virtuale sull'Ancona Calcio. «Senza tifosi non c'è squadra, senza entusiasmo non c'è tifoso», dicono i gestori del portale

La bellissima immagine della Curva Nord nella gara con la Recanatese che segnò il ritorno in LegaPro

ANCONA- La solita, purtroppo immancabile, estate turbolenta dei tifosi biancorossi si arricchisce sempre di nuovi capitoli. Ultima, in ordine di tempo, la diatriba nei giorni scorsi tra David Miani e Sergio Schiavoni in merito ai conti (reali o presunti) della società biancorossa. Le speranze di vedere un futuro roseo per l’Ancona si riducono sempre più al lumicino, la possibilità di un nuovo baratro è dietro l’angolo. Ma cosa pensano i tifosi di tutto questo? La risposta nelle parole di Andrea, Massimo, Claudio e Daniele, gestori del forum “AnconaSiamoNoi”, cuore pulsante virtuale della tifoseria anconetana. Il forum raccoglie migliaia di visitatori e tifosi, e negli anni si è installato come un vero e proprio punto di riferimento online per seguire le sorti della squadra biancorossa. Qualche numero: 600 utenti registrati, 5.000 visite mensili, nonostante negli ultimi tempi le vicende legate all’Ancona abbiano inevitabilmente portato ad un calo di partecipazione.

Sentendo le parole dell’ad David Miani in merito alla situazione dell’Ancona, che posizione vi sentite di prendere?
«In un momento di difficoltà generale ogni singola speranza o presunta notizia positiva viene vissuta con angoscia perché in tutto questo tempo siamo stati abituati a tante bugie dette da mille personaggi diversi. Le parole che leggiamo suscitano rabbia e disprezzo. La posizione da prendere non può che essere quella di allontanarsi da questa proprietà prima possibile, prima che faccia altri danni».

Secondo voi, da tifosi, qual è il destino augurabile?
«L’unico destino augurabile è quello di ripartire dalla serie D. Scendere di categoria, fosse anche l’Eccellenza, vorrebbe dire due anni, almeno, di sofferenza prima di poter vivere un minimo di calcio serio che può essere la Lega Pro. La differenza di categoria è fondamentale solo e esclusivamente per creare stimolo nei tifosi. Un conto è giocare con squadre di Eccellenza, un conto giocarsela con società di blasone differente. La Serie D è un compromesso per poter sperare in una categoria accettabile (vista la situazione attuale) ma anche per puntare ad un solo anno di transizione sperando di tornare in LegaPro».

Quindi un’eventuale ripartenza dall’Eccellenza segnerebbe la morta definitiva?
«L’Eccellenza non crea stimoli. Averla già vissuta una volta poco tempo fa può bastare. E non sarebbe presa assolutamente come la volta precedente. Sarebbe l’ennesima mazzata a questa piazza già colpita duramente».

Nell’ultima annata, terribile sotto tutti i punti di vista, la squadra che percentuali di colpe ha?
«Almeno il 50%. Puoi essere scarso quanto vuoi, avere stimoli pari a zero a causa di difficoltà organizzative a livello di allenamento, assenza di riferimenti societari, mancanza di stipendio, ma da qui a disputare un girone di ritorno come quello fatto da noi è inammissibile. È mancata proprio la volontà, che è diverso. Alla fine in campo vanno i giocatori e se perdi tutte quelle partite consecutivamente la colpa è solo tua, al di là di tutto quello che c’è intorno».

Amministrazione e imprenditoria locale spesso vengono criticate. A parer vostro si può e si poteva fare qualcosa di più?
«Se in una città come Ancona, in grado di ospitare belle realtà economiche, non si riesce a responsabilizzare un imprenditore serio, capace ed economicamente potente, con a cuore i colori biancorossi, a farsi carico di una società storica, di una tifoseria moralmente distrutta ma con un cuore e uno spirito enorme, ma anche ad una giovane generazione di anconetani per farli crescere con un senso di appartenenza, un attaccamento ai colori dorici, vuol dire che tutti hanno sbagliato. Si doveva fare di più, si potrebbe fare di più».

Siamo, purtroppo, solo all’inizio di quella che si prospetta una lunga estate. Cosa vi sentite di chiedere da tifosi? Che appello lancereste?
«La possibilità di ricreare l’entusiasmo. Senza tifosi non c’è squadra, senza entusiasmo non c’è tifoso. Quindi l’appello è quello di farsi avanti solo se si è disposti a fare cose semplici, ma fatte bene. Di bugie non ne vogliamo più. Abbiamo semplicemente bisogno di certezze. Forza Ancona sempre!».

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