Ancona-Osimo

Un anno dalla pandemia, l’economista Gallegati: «Disuguaglianze sociali in crescita»

Docente di fama internazionale, delinea lo scenario sui possibili effetti del Covid-19 sull'economia. «Molto dipenderà dalla durata della pandemia e dalla reazione della società»

Mauro Gallegati
Laudatio del professor Mauro Gallegati

ANCONA – Donne e lavoratori precari, saranno soprattutto loro a pagare il prezzo più alto della crisi economica scatenata dalla pandemia se la situazione dovesse perdurare. A lanciare l’allarme è Mauro Gallegati, docente di Economia all’Università Politecnica delle Marche, allievo di Giorgio Fuà ed Hyman Minsky, oltre che visiting professor in diverse università, tra le quali Stanford, Mit e Columbia.

Secondo l’economista, ad un anno dalla comparsa in Italia del covid-19, quello che possiamo attenderci, come impatto sull’economia nazionale, «dipenderà molto da quanto durerà ancora la pandemia. È molto difficile prevedere cosa succederà, molto dipenderà dall’evoluzione dei prossimi mesi». Gallegati evidenzia che «in Italia le disuguaglianze sociali, che sono già molto alte, si accentueranno di molto»: il 20% degli occupati, dipendente del settore pubblico, ha continuato a ricevere lo stipendio, ma il restante 80% «ha problemi di reddito».

«Donne e lavoratori precari sono le categorie più deboli – spiega – credo che saranno loro a soffrire maggiormente gli effetti della pandemia: le donne soprattutto quelle senza lavoro fisso, quelle licenziate o licenziabili». Ma anche in questo caso, secondo l’economista è difficile fare previsioni: «Dipenderà molto dalla reazione della società» osserva, evidenziando che l’esito potrà essere diverso a seconda che si opti per la strada del sostegno reciproco piuttosto che quella dell’egoismo.

Il professor Gallegati pone l’accento sul rischio concreto di proteste e di tenuta sociale: «Se la pandemia non rientra in 3-4 mesi, ci saranno persone che finiranno in condizione di povertà. Già i dati che arrivano dalle mense caritatevoli evidenziano un grande incremento nei numeri: in Italia un 50% delle persone che vi si sono rivolte negli ultimi mesi non erano conosciute». È la carica dei nuovi poveri, di quelli che hanno perso il lavoro e  di quelli che hanno subito una riduzione del reddito.

L’economista evidenzia che il Pil in Italia è caduto del 9%, una perdita importante, da colmare al più presto e in tal senso «la vaccinazione se funziona, sarà importantissima». Ma in questa cornice dai contorni così foschi c’è anche un dato positivo: con il blocco degli spostamenti «la natura si è ripresa e si è utilizzato molto il telelavoro, che ha funzionato benissimo. Inoltre l’Europa si è risvegliata». Fondamentale secondo l’economista è «non perdere le risorse del Recovery Fund» il cui tempo massimo è fine febbraio.

«La crisi di governo allunga i tempi di uscita dalla pandemia – fa notare Gallegati – : non possiamo permetterci di perdere tempo». Inoltre pone l’accento sulle risorse del Green New Deal, «una occasione per trasformare la crisi in opportunità, creando anche nuove professioni». Come vede la situazione nelle Marche? «Le Marche, insieme all’Umbria sono le due regioni che si stanno staccando dal vecchio blocco del centro-nord Italia: stiamo correndo di meno». Inoltre auspica la «trasformazione dei lavoratori del calzaturiero in figure specializzate» in grado di utilizzare i nuovi robot.

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