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Ubi, nel 2018 erogati nelle Marche 736 milioni di euro

Un dato in linea con il 2017, come pure si conferma il mantenimento della ricchezza finanziaria con oltre 11,8 miliardi di euro di depositi all'interno del perimetro regionale. In crescita anche in regione la raccolta

Il quartier generale di Ubi Banca a Fontedamo, Jesi
Il quartier generale di Ubi Banca a Fontedamo, Jesi

UBI Banca nel 2018 ha erogato nelle Marche finanziamenti per 736 milioni di euro, di cui 457 milioni alle imprese e 279 ai privati, tra mutui, prestiti e cessione del quinto. Un dato in linea con il 2017, come pure si conferma il mantenimento della ricchezza finanziaria con oltre 11,8 miliardi di euro di depositi all’interno del perimetro regionale.

Importante l’impegno del gruppo bancario nella ricostruzione post-terremoto, con il 45% delle pratiche di accesso ai fondi gestite dalla rete delle filiali per un valore di 78 milioni, di questi 17,5 milioni di euro sono stati già erogati. 82,5 milioni sono stati impegnati per finanziare la moratoria dei mutui alle famiglie e alle imprese colpite dal sisma, concesse sospensioni del pagamento delle rate dei mutui per 264 milioni di euro.

«Nel 2018 abbiamo avuto numeri in crescita sui depositi e sulla raccolta gestita e abbiamo mantenuto la quota di finanziamenti alle imprese e alle famiglie», fa sapere Roberto Gabrielli, responsabile macro area Marche Abruzzo di UBI Banca. Per Gabrielli, «le Marche si confermano una delle regioni strategiche per UBI Banca, siamo la prima banca per quote di mercato, e vogliamo continuare a rappresentare il principale partner per le imprese e le famiglie marchigiane».

Roberto Gabrielli, responsabile macro area territoriale Marche-Abruzzo di Ubi Banca

I risultati consolidati al 31 dicembre 2018, resi noti oggi a Milano nel corso di una conference call dal consigliere delegato del gruppo, Victor Massiah, fotografano nelle Marche una quota di mercato di circa il 28%, 210 filiali sul territorio e 520mila clienti, di cui 450 mila privati, un marchigiano su tre è cliente della banca. UBI Banca è anche il principale datore di lavoro privato nella regione, con oltre 2500 dipendenti.

Sul fronte dei conti Ubi Banca ha chiuso il 2018 con un utile netto contabile a 425,6 milioni (49,7 milioni nel 2017, al netto di 640,8 milioni di badwill derivante dall’acquisizione delle 3 banche). L’utile d’esercizio, al netto delle poste non ricorrenti, è a 302,4 milioni (188,7 milioni nel 2017), «il miglior risultato degli ultimi 10 anni», spiega la Banca. Il cda ha proposto un dividendo di 12 centesimi per azione. Al 31 dicembre 2018, la raccolta diretta del Gruppo ammonta a 92,2 miliardi, in riduzione rispetto ai 94 del settembre 2018. La raccolta indiretta, che ha registrato in corso d’anno una crescita costante, ha visto, unicamente nel quarto trimestre, un rallentamento del 4,1% a 94,7 miliardi, legato quasi esclusivamente all’effetto performance negativo (-4 miliardi circa) in relazione all’andamento dei mercati internazionali, che ha colpito sia risparmio gestito che raccolta amministrata. Si conferma invece stabile a 24,7 miliardi la raccolta assicurativa.

Su scala nazionale, il pericolo recessione e il diverso contesto di mercato rispetto a quanto atteso porteranno Ubi a un nuovo piano industriale. Lo ha fatto sapere oggi Victor Massiah, spiegando che «ci sarà un unico Consiglio, sarà conseguentemente diverso da quelli attuali e questo sarà un elemento importante che, combinato con il differente scenario che si è creato per il 2019 – tassi ancora negativi e spread che è il doppio di quello che era stato previsto nel piano industriale attuale – ci porta a consigliare, a raccomandare, nel passaggio di testimone al nuovo Consiglio, la produzione di un nuovo piano industriale».

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