Ancona-Osimo

Turismo delle radici, anche Castelfidardo tra i Comuni che promuovono il progetto

L'incontro alla Farnesina. La città porta con sé tutto il potenziale del suo strumento musicale, la fisarmonica

L'aula per il Turismo delle radici
L'aula per il Turismo delle radici

CASTELFIDARDO – Al Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale si è svolto il primo incontro con i Comuni sopra i seimila abitanti per discutere e programmare il progetto turistico nazionale che è stato battezzato come “2024 anno del Turismo delle radici”, il progetto che offrirà ulteriore slancio per il turismo, consentendo di attrarre tanti italiani che per vari motivi sono emigrati all’estero ed hanno l’occasione agevolata di poter tornare o visitare per la prima volta i luoghi della propria famiglia di origine, con un viaggio emozionale.

Tra i comuni anche Castelfidardo: l’assessore alla Cultura Ruben Cittadini è intervenuto davanti alla folta platea, al ministro Antonio Tajani, e all’assistente al progetto Gianluigi Tombolini (sindaco di Numana) e ai coordinatori regionali, prenotando un intervento per promuovere la fisarmonica e tutte le attività che si svolgono attorno ad essa, tra cui il dossier Unesco, il Pif, il progetto Amma, il Jaf al museo della fisarmonica e il Wow folk festival. «Ho evidenziato che è per eccellenza lo strumento del migrante e che ha fatto compagnia e tenuto vicino intere generazioni di nostri connazionali emigrati – ha detto -. Il nostro obiettivo come amministrazione sarà quello di rintracciare tutti coloro che hanno avuto ed hanno ancora un legame con lo strumento a mantice. Invitarli a ritrovare le loro radici e partecipare agli eventi e perché no investire nel proprio paese di origine. Faremo del nostro meglio utilizzando a pieno le nuove tecnologie e le reti degli Italiani all’estero».

Si tratta appunto di un’offerta turistica strutturata attraverso strategie di comunicazione ad hoc, che coniuga alla proposta di beni e servizi del terzo settore (alloggi, enogastronomia, visite guidate) la conoscenza della storia familiare e della cultura d’origine degli italiani residenti all’estero e degli italo-discendenti che sono stimati in un bacino di utenza che sfiora gli 80 milioni di persone. Nel 1997 l’Enit inseriva nella categoria “turista delle radici” 5,8 milioni di viaggiatori che visitavano il nostro paese. Nel 2018, undici anni dopo, questo numero era aumentato a 10 milioni (più 72,5 per cento). Nel 2018 il flusso economico in entrata generato dal Turismo delle radici è stato pari a circa quattro miliardi di euro (più 7,5 per cento rispetto all’anno precedente). Correlata al Turismo delle radici è la valorizzazione del ruolo della memoria.

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