Ancona-Osimo

Turismo e bellezza, ecco l’Ancona ebraica: le iniziative per scoprirla

Un appuntamento imperdibile organizzato dal Comune di Ancona, all'interno del programma avviato con "L'Edicola" di piazza Roma. Parola alla Comunità ebraica

Cimitero ebraico all'interno del Parco del Cardeto

ANCONA – Un viaggio nel passato di una delle più antiche comunità doriche attraverso alcuni tra i siti più rilevanti, da piazza Malatesta (antico Campo della mostra e luogo del massacro degli ebrei “marrani” del 1556) al Campo degli ebrei, per approdare ai vicoli del ghetto e alla Sinagoga di via Astagno, messa gentilmente a disposizione dalla Comunità ebraica.

Domenica 25 ottobre, alle ore 16, ci sarà una visita guidata dedicata all’Ancona ebraica, che è già sold out. Il Comune ha infatti dovuto chiudere nel giro di pochi giorni le iscrizioni, perché è stata raggiunta la quota massima di partecipanti.

“Ancona ebraica” è organizzata nell’ambito del programma di visite guidate avviato con l’apertura dell’info point turistico del Comune di Ancona “L’Edicola” in piazza Roma il mese scorso. Domenica la partenza sarà dunque presso “L’Edicola” a partire dalle 16.

«Sono contenta delle numerose prenotazioni che dimostrano l’interesse della cittadinanza nei confronti della comunità ebraica – dichiara Manuela Russi, presidente della Comunità ebraica di Ancona – e siamo felici di accogliere i visitatori. Il rapporto della comunità ebraica con la città è antichissimo e non sempre è stato facile. Nel periodo dello Stato Pontificio, la comunità di Ancona era la più grande dopo Roma, e il capoluogo dorico era molto importante perché era la porta di tutti i commerci con l’Oriente. Ci piace raccontare la nostra storia e farla conoscere alla gente. Domenica un esperto di storia dell’ebraismo illustrerà questa storia interessante che vale la pena riascoltare».

La visita farà tappa anche nel cimitero ebraico all’interno del parco del Cardeto. «È uno dei cimiteri ebraici più grandi – continua la presidente Russi – e ha bisogno di manutenzione e di essere rispettato. Alcune persone non si rendono conto che si tratta di una zona cimiteriale. Mi è capitato di vedere cani urinare sulle tombe. Ci aspettiamo un maggiore rispetto».

La presidente Russi spiega anche che «vorremo organizzare regolarmente iniziative e visite, abbiamo tanti progetti, ma a causa del Covid stiamo subendo una battuta d’arresto».

La comunità ebraica di Ancona è una delle più antiche e significative comunità ebraiche d’Italia. La presenza degli ebrei è ricordata già prima del Mille. Nei secoli seguenti essa si andò espandendo per l’importanza del porto e dei rapporti commerciali con il Levante. L’assoggettamento dal 1532 allo Stato della Chiesa portò all’istituzione del ghetto nel 1555 e ad episodi di intolleranza che culminarono l’anno successivo nella condanna al rogo di 25 marrani nell’odierna piazza Enrico Malatesta. L’evento provocò vaste proteste internazionali e un boicottaggio commerciale di due anni del porto di Ancona.

La comunità rimase tuttavia numerosa e prosperò nel Seicento e nel Settecento. L’arrivo delle truppe francesi nel 1796 fu salutato con entusiasmo dagli ebrei anconetani e tre di essi, Sanson Constantini, David e Ezechiele Morpurgo, furono eletti nel nuovo consiglio comunale. La restaurazione riportò il ghetto e un’ondata di repressione religiosa che terminò solo nel 1831. Trent’anni più tardi Ancona fu annessa al nuovo Stato italiano e le discriminazioni cessarono.

Nella metà dell’Ottocento l’antica area del ghetto fu soggetta ad ampi lavori di rinnovamento che ne alterarono la struttura, ad eccezione dell’area di via Astagno e via del Bagno. Proprio in via Astagno si trovano le due sinagoghe, che rappresentano i più importanti monumenti della presenza ebraica ad Ancona. Nel Parco del Cardeto, a picco sul mare, si estende invece l’antico cimitero, detto “Campo degli Ebrei“, che fu in uso dal 1428 al 1860. Vi si trovano 178 cippi funerari con iscrizioni ebraiche che datano dal XV secolo al XIX secolo. È tra i cimiteri ebraici più grandi d’Europa e l’ampio prato è dolcemente inclinato verso Gerusalemme, così come vuole la tradizione, e tutti i cippi hanno le scritte volte ad est. Agli inizi del Novecento la comunità di Ancona contava 1.800 persone, oggi ridotte a 400. Hanno pesato l’emigrazione e le persecuzioni razziali dell’Olocausto.  

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