Ancona-Osimo

Tragedia di Corinaldo, la difesa del sindaco: «Siamo noi a chiedere il processo»

Così l'avvocato Marina Magistrelli ha parlato durante l'udienza preliminare per il procedimento bis sui morti della Lanterna Azzurra. La decisione il 22 febbraio

Il tribunale di Ancona

ANCONA – In sette hanno chiesto il proscioglimento, in due hanno invece invocato di andare a giudizio per dimostrare a dibattimento la propria innocenza. Così si è svolta questa mattina, al tribunale di Ancona, l’udienza preliminare per il procedimento bis sui morti della Lanterna Azzurra di Corinaldo, quello relativo alle carenze strutturali e di sicurezza del locale e al rilascio dei permessi per pubblico spettacolo. A chiedere di andare a processo è stata la difesa del sindaco di Corinaldo Matteo Principi e del geometra dello sportello Suap Massimo Manna

«Auspico in un processo tranquillo – ha detto l’avvocato Marina Magistrelli – per fare chiarezza sulle reali responsabilità. Dimostreremo con le carte, vanno definiti gli ambiti di responsabilità, la pubblica accusa ha costruito la sua verità noi chiediamo il dibattimento per chiarire oggettivamente i fatti, quali erano i compiti della commissione. Un giudice terzo avrà la possibilità di valutare se c’è colpevolezza o no. Ancora mi viene la pelle d’oca a pensare a quello che è successo ma dobbiamo trovare i veri responsabili».

L’avvocato ha sottolineato anche come l’accesso ai locali della discoteca, da parte della commissione che autorizzò la concessione per pubblico spettacolo, «avvenne 12 mesi prima della disgrazia e nel locale c’erano sale da ballo dal 1986». 
Prima che parlassero le difese è toccato alla Procura, ai due pubblici ministeri Valentina Bavai e Paolo Gubinelli rinnovare le richieste di rinvio a giudizio per tutti e nove gli imputati perché «la responsabilità è stata collettiva», ha osservato Gubinelli, e la tragedia «era annunciata e ampiamente evitabile», ha sottolineato la Bavai. Ribadite le carenze strutturali e il sovraffollamento di quella sera quando lo spray al peperoncino spruzzato dalla banda per fare furti causò il panico e lo spostamento in massa verso l’unica uscita aperta in quel momento, l’uscita numero 3 dove morirono schiacciati cinque minorenni e una mamma di 39 anni. 

Il gup Alberto Pallucchini ha rinviato per repliche e decisione al 22 febbraio (ore 14). A rischiare il processo, oltre a sindaco e geometra, sono Quinto Cecchini, tra i gestori della discoteca, Rodolfo Milani, vigile del fuoco, Francesco Gallo, Area Vasta 2, Massimiliano Bruni, esperto in elettronica, Stefano Martelli, responsabile servizio polizia locale e due ingeneri, Francesco Tarsi, consulente esterno della Magic e Maurizio Magnani, che ha lavorato per la famiglia proprietaria della discoteca.

Per altri sette imputati si sta già procedendo con rito abbreviato, con un altro gup, Francesca De Palma, e l’accusa ha già chiesto cinque condanne e due assoluzioni (prossima udienza il 10 febbraio). Altri due hanno scelto di patteggiare ma il rito si farà a conclusione degli abbreviati. 

Nel primo pomeriggio si è tenuta la terza udienza di appello per la banda dello spray, i sei giovani modenesi già condannati in primo grado. Hanno concluso gli avvocati di parte civile che chiedono il riconoscimento del reato associativo. Prossima udienza il 17 febbraio per dare la parola alle difese degli imputati.

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