Ancona-Osimo

Tornano a tremare i Sibillini. Alessandro Amato, Ingv: «Una lieve ripresa»

Il sismologo spiega che è ancora attiva la sequenza sismica del 2016 che è proprio quella che sta causando terremoti in questi giorni. Così come sono attive le faglie che dalla costa marchigiana risalgono fino alla Pianura Padana

La scossa a Fiordimonte

ANCONA – Non c’è pace per i Sibillini. La terra è tornata nuovamente a tremare. Negli ultimi giorni si sono verificate una serie di scosse che stanno interessando le zone tra Arquata del Tronto, Serravalle di Chienti e Fiordimonte. L’ultima scossa alle 14:09 di oggi, 27 aprile, a 3 km da Castelsantangelo sul Nera (MC) ad una profondità di 7 km. Magnitudo 2.5.
Un’altra questa mattina alle 07:35 dmagnitudo 2.3 con epicentro a 4 km da Fiordimonte (MC) ad una profondità di 9 km.

Nei giorni scorsi due scosse ad Arquata del Tronto (AP) il piccolo comune devastato dal sisma del 2016 unico in Europa ad essere racchiuso tra due aree protette, quella del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e quella del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Un sisma di magnitudo 2.4 si è verificato il 26 aprile alle 09:35 con epicentro a 8 km da Arquata del Tronto ad una profondità di 11 km.

Pochi minuti primi un’altra scossa di magnitudo 2.2 a 8 km da Arquata del Tronto alle 09:17 ad una profondità di 11 km.

Il 25 aprile invece ad essere colpita da un terremoto di magnitudo 2.4 era stata Serravalle di Chienti (MC) alle 07:00 ad una profondità di 7 km.

IL 24 aprile una scossa di magnitudo 2.7 ha interessato Castelsantangelo sul Nera (MC) con epicentro a 6 km dalla cittadina. Il sisma alle 15:49 ad una profondità di 8 km.

Qualche settimana fa era stata la costa tra il fermano e l’ascolano a tremare. A fine marzo una serie di scosse aveva l’area nei pressi di Pedaso, con scosse fino a 3.1 e 3.6.

Mappe della sismicità dell’ultimo mese (tutte le magnitudo, quasi 1000 eventi), e solo quelli di M>=2.5 (16 eventi). Centro: Norcia, raggio 100 km

«Dall’analisi delle sequenze avvenute nell’ultimo mese e dal confronto con i mesi precedenti non si registrano differenze clamorose – spiega Alessandro Amato, sismologo dell’Ingv, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – . Nell’area che va da Norcia e che comprende un raggio di 100 km fino a Bolsena si verificano mediamente tra gli 800 e i 1000 terremoti al mese, una trentina di scosse al giorno. Nell’ultimo mese si è assistito ad un lieve incremento nel numero degli eventi sismici».

Ad alzare la media, come spiega il sismologo, anche le 5 sequenze sismiche avvenute con epicentro tra ascolano, fermano e Foligno che rappresentano l’espressione di «faglie attive lungo la fascia costiera e l’offshore delle Marche fino alla Pianura Padana». Tra le faglie attive nelle Marche anche quella che produce terremoti nell’area compresa tra la costa e le montagne ascolane: «Una zona dove si verificano spesso terremoti profondi intorno ai 20-25 km – precisa Amato – con una sismicità abbastanza conosciuta ma che non ha caratteristiche di pericolosità come nella catena montuosa dove i terremoti sono più forti e più superficiali. Questa zona (tra la costa e le montagne) produce eventi sismici piccoli e frequenti».

Ancora attiva la sequenza sismica del 2016 che è proprio quella delle scosse che stanno interessando i Sibillini in questi giorni. «Si registrano ancora diversi terremoti – spiega – abbastanza piccoli nell’ultimo periodo, con qualche ripresa ogni tanto, come avvenuto il 14 aprile a Caldarola con un sisma di magnitudo 3 e come dimostra anche la ripresa sempre ad aprile dell’attività sismica più a sud, ad Amatrice, nel Lazio.
Alcune scosse avevano infatti interessato l’area tra Fiastra, Caldarola, Cessapalombo e Valfornace.

«L’attività prosegue con parecchi terremoti quasi tutti piccoli e impercettibili – sottolinea il sismologo – quelli un po’ più forti arrivano a magnitudo 2.5-3 localizzati nelle aree tra Foligno e Caldarola. Questa concomitanza di sequenze ha fatto alzare il numero di eventi nell’ultimo mese, ma non ci sono variazioni particolari. Il trend infatti è a diminuire, con oscillazioni dovute a fattori poco chiari che sono oggetto di studio ma che si osservano sempre durante le sequenze sismiche».

Sul fatto che ci sia stata una ripresa dell’attività ci va cauto il sismologo, spiegando che «ogni tanto si assiste a qualche piccola ripresa, con qualche evento sismico un po’ più forte, ma questo non deve spaventare la popolazione anche se occorre sempre ricordare che viviamo in una terra sismica quindi bisogna esserne consapevoli e preparati».

 

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