Ancona-Osimo

Terremoto, geologi Marche: «Il più forte in questa zona dal 1930. Le trivellazioni non c’entrano»

Parla Piero Farabollini, presidente dell’Ordine dei Geologi delle Marche: «L’ipotesi che il sisma sia stato causato dalle trivellazioni in mare alla ricerca di gas e idrocarburi è da escludere»

Il terremoto del 9 novembre 2022
Il terremoto del 9 novembre 2022

ANCONA – «Il terremoto avvenuto in mare questa mattina a poco più di 30 chilometri da Fano e Pesaro è uno dei più forti avvenuti in quest’area dal Novecento. Ma è anche un evento che possiamo considerare normale per la nostra regione: la fascia costiera e marina è infatti una delle tre zone sismo-tettoniche delle Marche. Queste faglie possono produrre terremoti di magnitudo massima stimata di 6 M, a differenza delle faglie appenniniche dove si possono produrre sismi fino a 7 M». Piero Farabollini, presidente dell’Ordine dei Geologi delle Marche, fa il punto a proposito degli eventi sismici avvenuti questa mattina (9 novembre), nelle Marche.

LEGGI ANCHE: Sisma, Aquaroli: «Non risultano danni importanti»

Farabollini poi porsegue: «Questi fatti ci dicono, quindi, che considerata la zona in cui si è prodotto, è stato un terremoto molto forte. Per fare alcuni confronti, era dal 1930 che non si produceva un sisma così forte al largo della costa settentrionale marchigiana: l’evento al largo di Senigallia, il 30 ottobre 1930, raggiunse magnitudo 5.8, la stessa del terremoto al largo di Rimini nel 1916».

«Nelle ore successive abbiamo assistito a diverse altre scosse, di intensità più contenuta, ed è probabile che ce ne saranno altre anche nel corso delle prossime settimane. Sono i cosiddetti “after shock” che però non devono preoccupare perché, dalle osservazioni e dai dati storici in nostro possesso, non si tratta di eventi che possono portare a un’altra scossa forte».

E aggiunge: «L’ipotesi che il sisma sia stato causato dalle trivellazioni in mare alla ricerca di gas e idrocarburi è da escludere. La trivellazione di per sé non comporta alcuno scuotimento sismico, sono semmai le attività di estrazione e stoccaggio che possono farlo. A ogni modo, i terremoti legati a queste attività sono di magnitudo più contenuta, generalmente mai oltre 4,5-5 e profondità massime di 3-4 chilometri».

«Lo scuotimento, in questa zona sismotettonica, porta a un accorciamento delle due falde che si trovano sul sistema di faglia, mentre nell’area appenninica si produce l’effetto opposto: essendo faglie di tipo distensivo, la scossa porta un allontanamento delle due parti. L’effetto ė comunque lo stesso, come i cittadini della nostra regione hanno, purtroppo, potuto sperimentare stamattina», conclude Farabollini.

Ti potrebbero interessare