Ancona-Osimo

Tar Marche, una nuova sezione per smaltire gli arretrati

Inaugurazione dell’anno giudiziario per il tribunale amministrativo regionale. Insediato il nuovo presidente, Giuseppe Daniele. «Procedimenti veloci ma ci sono ricorsi che attendono dieci anni»

La cerimonia al Tar

ANCONA – Bene per le controversie che riguardano la materia degli appalti pubblici, risolvibili già in tre mesi, male invece per i ricorsi che attendono una risposta da oltre dieci e cinque anni. Il Tar delle Marche traccia un bilancio e lo fa con la inaugurazione dell’anno giudiziario celebrata ieri – 31 marzo – nella sala della Loggia dei Mercanti, ad Ancona, messa a disposizione dalla Camera di Commercio.

A stilare l’andamento del tribunale amministrativo regionale è stato il neo presidente, Giuseppe Daniele, osimano, che si è insediato pochi giorni fa. Stando alla sua relazione il Tar Marche precede i tribunali della capitale e anche quelli di regioni ben più popolose delle Marche, come Lombardia, Sicilia e Campania, nella graduatoria nazionale per ricorsi da troppo tempo pendenti. Daniele ha spiegato come nel 2021 il tribunale amministrativo non è stato chiamato a pronunciarsi solo in aree di intervento tradizionali, che spaziano dal governo del territorio alle procedure dei contratti pubblici, ma anche su questioni di rilevanza sociale «come le controversie relative a provvedimenti emanati per fronteggiare la pandemia in atto».

La cerimonia al Tar

Lo scoglio duro dell’arretrato ha visto scendere le pendenze al Tar dell’8,3%. «In meno di tre mesi – ha osservato Daniele – una impresa che ritenga lesi i suoi diritti nell’ambito di una procedura di affidamento di un appalto pubblico può rivolgersi al giudice e ottenere una pronuncia definitiva di primo grado». Il presidente ha trovato ad Ancona «una situazione di buona efficienza e una buona qualità dell’azione delle pubbliche amministrazioni, mantenendo contenuto il tasso di litigiosità».

Su 667 ricorsi introitati nel 2021 ben 237 sono stati definiti con un provvedimento nello stesso anno. Praticamente un ricorso su tre viene definito entro l’anno. Al 31 dicembre 2021 quelli pendenti erano 2.287. Per ridurre i ricorsi in attesa il presidente ha sottolineato come bisognerebbe aumentare il personale anche in vista della nuova sezione interna, istituita a partire dal 1 ottobre 2022, di cui il Tar si doterà per aggredire l’arretrato «ma mancano almeno due magistrati».

L’intervento di Valeria Mancinelli durante la cerimonia al Tar

Rispetto al 2020 i ricorsi sono aumentati del 10%, da 606 si è passati a 667. I contenziosi vedono al primo posto quelli a materia di stranieri, 147 sono stati nel 2021 rispetto ai 112 del 2020. Uno su cinque in pratica è presentato da stranieri relativamente all’emersione dei lavoratori irregolari. Seguono quelli in materia di edilizia e urbanistica, 88 nel 2021, poi gli appalti, 64 quelli presentati, che raggiungono il terzo posto. Un pensiero del presidente è andato anche al popolo ucraino «oppresso da una invasione prepotente e ingiustificata, auspichiamo l’immmediata cessazione di questo assurdo conflitto».

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