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Ancona, stretta sulla movida: stop al drink d’asporto a mezzanotte. Torna l’ipotesi numero chiuso in piazza del Papa

Da giovedì scatta la nuova ordinanza antidegrado emessa dal sindaco Mancinelli. Stop alle bevute da asporto a mezzanotte. I baristi: «La piazza perderà circa 10 posti di lavoro»

Ancona, piazza del Papa

ANCONA – Da giovedì 17 marzo scatta la nuova ordinanza emessa dal sindaco di Ancona, Valeria Mancinelli. Stop alle bevute da asporto a mezzanotte. Una mazzata sulle attività di Piazza del Papa che prevedono un calo degli affari del 40%. E in estrema ratio, non si esclude l’ipotesi di un contingentamento dell’afflusso nel salotto buono del centro città. Oggi (lunedì 14 marzo) una delegazione degli operatori della piazza sarà accompagnata dai rappresentanti territoriali di Confartigianato a colloquio dal sindaco per discutere sulla norma e possibili alternative per scongiurare il numero chiuso. 

L’ordinanza 

Da giovedì 17 marzo (fino al 30 giugno) entrerà in vigore l’ordinanza comunale antidegrado, una misura volta a contrastare i fenomeni derivanti dall’abuso di alcol. Pertanto in tutta la città sarà vietato consumare bevande alcoliche su aree pubbliche dalle 7 alle 21. Fino a mezzanotte è consentito il consumo di alcol in bicchieri per l’asporto, anche in vetro, ma esclusivamente in prossimità dell’esercizio pubblico in cui è stata acquistata la bevanda. Inoltre il cliente è tenuto a conservare lo scontrino da esibire in caso di controlli delle forze dell’ordine.

Il consumo di alcolici al tavolo, nei dehors autorizzati, resta consentito fino alle 3. Mentre per i bar di Piazza del Papa e delle vie che vi accedono (Pizzecolli, Bonda, Aranci, Gramsci, Orefici, Beccheria, Matteotti nel tratto compreso tra via Bernabei e via Zappata) la chiusura scatta alle 2. Al Piano sarà vietato a qualsiasi ora il consumo di alcolici su aree pubbliche ad eccezione dei dehors autorizzati. 

Le reazioni

Per gli operatori, però, il giro di vite sui drink equivale ad una riduzione degli incassi. Quindi a rimetterci saranno prima di tutto i dipendenti. «Vorrà dire che lascerò a casa il personale a chiamata del weekend» afferma Daniele Strati del bar Chapeau. «Serviranno meno camerieri la sera – incalza Federico Pesciarelli del Raval – e di certo rinunceremo alla security». Gli imprenditori si vedono costretti a tagliare i costi fissi. «A spanne credo che la piazza perderà circa 10 posti di lavoro – ribadisce Pesciarelli -. Si fa tanto un gran parlare di politiche per le imprese, ma a conti fatti non mi sembra questo il modo di tutelare il lavoro e creare condizioni adeguate per lo sviluppo delle imprese di vicinato».

Tra l’altro in un momento in cui le aziende stanno soffrendo non poco le conseguenze dell’inflazione. «Un cartone di bicchieri in plastica lo pagavo 50 euro, adesso il prezzo è schizzato a 200 euro – replica Strati – abbiamo tasse da pagare, affitti, stipendi. In città sta chiudendo tutto. Noi vorremmo solo lavorare». «La primavera per noi è il periodo di maggior lavoro – spiega Silvio Matenco del King Edwards – poi da giugno inizia la stagione estiva e la gente si sposta verso il mare. Colpirci in questo frangente sembra più un modo per mettere in ginocchio le imprese».

Il mal di pancia è forte tra gli esercenti, al punto che sarebbero in procinto di valutare azioni di protesta collettive. «Chiederemo un incontro con il sindaco – continua Strati -, va bene la chiusura alle 2, ma il blocco all’asporto dalla mezzanotte proprio no». 

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