Ancona-Osimo

Street art, Ancona è più bella con la magia dei murales. Intervista ai writer

Le opere del capoluogo raccontate dagli artisti Raffaele Paolucci e David Campana. E poi la testimonianza del fotografo Stefano Polenta che nei suoi scatti cattura i graffiti più belli

Murales Ancona
Il famoso murales di Montedago ad Ancona

ANCONA – Ancona è più bella con l’arte dei murales, la più comune street-art. Nel capoluogo dorico sono sempre di più le iniziative di questo tipo commissionate a writer di assoluto livello che, ogni anno, impreziosiscono il patrimonio urbano e residenziale. Capodimonte, il centro storico, Ponterosso ma anche Palombina e Falconara sono sempre più ricche di queste manifestazioni d’arte che vengono seguite e rilanciate anche da alcune sigle culturali come “AnconaCrea”.

Street art a Capodimonte

«Una bella opera di street art esprime tante cose – spiega l’artista Raffaele Paolucci -. È anche la testimonianza che l’amministrazione cura tutti gli strati della popolazione responsabilizzando a prendersi cura della città. Oltre ad abbellire un quartiere o un muro, che è la cosa più banale da dire, la street art può creare aggregazione, stimolare le persone nelle idee e nelle azioni, e rendere più unita una comunità». Su dove valorizzare questo tipo di idee Paolucci non ha dubbi: «Nelle giuste zone. Un’opera di street art, essendo invasiva, bisogna scegliere con cura su dove realizzarla e cosa far realizzare, perché non tutto si presta alla valorizzazione di uno spazio. Certe zone, certi palazzi dipinti potrebbero far la differenza sia in positivo che negativo. Ma se una cosa risulta ben riuscita è inutile dire che vincono tutti. L’opera di cui vado più fiero? Intropia, nel sottopassaggio di Valle Miano».

URA Ancona Jassart
Nel centro sportivo dell’URA a firma Jassart

Per David Campana, rappresentante di Jassart e Hip Hopera Foundation, la street-art ha radici profonde e valori da trasmettere: «Libertà, emozione e tante sensazioni. Ogni messaggio che viene lanciato dal muro ha un messaggio contenente in sè. Non è imbrattamento, il murales è qualcosa che trasmette. È un gridare al mondo, dire non siamo tutti uguali. Ancona è più bella disegnata, su questo non ho dubbi». Tra le opere più belle c’è anche il murales realizzato nel centro sportivo dell’Unione Rugbistica Anconitana, ma sono due i lavori che resteranno sempre nel cuore di David: «Uno l’ho fatto ad un anno dalla morte di mio nonno che è stato tra i fondatori della Biagio Nazzaro Chiaravalle. Ho realizzato un 6×3 per ricordarlo e rendergli memoria. Un altro, invece, nel 2016 alle Grazie di Ancona dove ho conosciuto tutti i migliori writer in occasione di un ventennale a cui dovevo partecipare già nel 1996 ma non ce la feci per una settimana differenza. Sono stato orgoglioso di esserci, ho messo tutto me stesso».

StreetArt Ancona
Uno scorcio di Via Cialdini

Stefano Polenta, in arte Ste Po, ha la passione di catturare nelle sue foto proprio i murales più belli, la street-art in generale: «Le opere attirano soprattutto per la loro cromaticità, caratterizzano interi quartieri nei quali si integrano più o meno bene. Personalmente quelli belli li catturo e li ritengo fondamentali per arricchire il patrimonio culturale di una città. Immaginiamoci il bianco del marmo nell’antica Roma, pensiamola piena di pitture. Tutto è più bello. Così Ancona, così il resto del mondo. Io sto cercando di mappare tutta la città e non è facile perché di murales degni di nota ce ne sono veramente tanti».

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