Ancona-Osimo

Strage di Corinaldo, le difese: «Perizie nulle sullo stato della discoteca»

Le eccezioni sono state sollevate ieri durante il processo in corso in tribunale, ad Ancona, sulla sicurezza della Lanterna Azzurra

tribunale di Ancona

ANCONA – Le perizie sullo stato dei luoghi della Lanterna Azzurra rischiano di restare fuori dal processo bis sulla strage di Corinaldo, quello sugli aspetti della sicurezza. È emerso ieri (12 Luglio) durante l’udienza in tribunale ad Ancona. È in corso il procedimento per il filone amministrativo della Strage di Corinaldo, dove in discoteca morirono cinque minorenni e una mamma di 39 anni. Era l’8 dicembre del 2018, furono schiacciati da una folla in fuga dopo lo spruzzo di una sostanza urticante per compiere furti di collanine. Il processo si sta arenando sulle questioni preliminari. Le perizie tecniche irripetibili conferite dalla Procura il 20 dicembre 2018, a due consulenti tecnici, per analizzare l’interno della Lanterna Azzurra, rischiano di essere nulle.

Il procedimento in corso al tribunale di Ancona, davanti alla giudice Francesca Pizii, è quello che deve affrontare le responsabilità amministrative di chi ha rilasciato i permessi per il locale da ballo. Nove sono gli imputati finiti a processo di cui sei sono i membri della commissione di vigilanza e tra questi c’è anche l’ex sindaco di Corinaldo Matteo Principi. Le accuse, a vario titolo, sono di cooperazione in omicidio colposo plurimo, lesioni, disastro colposo, falso ideologico e apertura abusiva di un locale.

L’avvocato Marina Magistrelli, che difende l’ex primo cittadino e rappresenta la difesa anche di altri due imputati, Massimo Manna (tecnico del Comune di Corinaldo) e Rodolfo Milani (vigile del fuoco), anche loro della commissione, nell’udienza di ieri ha presentato due eccezioni chiedendo per i suoi assistiti la nullità del decreto di citazione a giudizio per l’inutilizzabilità della consulenza tecnica irripetibile redatta dall’ingegnere civile dell’Arma dei carabinieri Marcello Mangione e per l’indeterminatezza e genericità della imputazione racchiusa in 14 pagine. Questioni su cui si sono poi associati anche gli altri difensori chiedendo la nullità anche della perizia fatta dal consulente Costanzo Di Perna, professore ordinario di Fisica e Tecnica Ambientale all’Università di Ingegneria di Ancona. Con Mangione dovevano fotografare lo stato dei luoghi della discoteca, le vie di fuga, gli impianti, rispetto alla autorizzazione per l’attività di pubblico spettacolo rilasciata il 20 ottobre del 2017 dallo sportello unico delle attività produttive dell’Unione di Comuni Misa-Nevola alla società che gestiva il locale e rispetto anche al sopralluogo fatto dalla commissione unificata di vigilanza il 12 ottobre del 2017. Due atti irripetibili a cui gli imputati, tra i nove ci sono anche due tecnici e un socio della Magic Srl, che gestiva il locale, non hanno potuto partecipare in quanto formalmente indagati solo successivamente. Per gli avvocati però dovevano essere ugualmente informati in quanto i quesiti posti dalla Procura ai consulenti li riguardavano da vicino.

La giudice, dopo le repliche della Procura che ha chiesto il rigetto delle eccezioni, si è riservata rinviando la decisione alla prossima udienza fissata per il 25 luglio (ore 11). Il dibattimento del processo non è ancora entrato nel vivo. Nel procedimento, nell’udienza precedente di giugno, era stata stilata una lista testimoni di 1.300 persone e la società Magic Srl ha chiesto di potersi costituire parte civile. Anche su queste questioni dovrà decidere la giudice. 

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