Ancona-Osimo

Banda dello spray, condanne dai 10 ai 12 anni. Garulli: «Risposta celere da istituzioni»

Arrivata dal Tribunale di Ancona la sentenza per i sei giovani imputati. Sono stati tutti condannati nel processo con rito abbreviato

Tragedia di Corinaldo, processo
Il procuratore capo Monica Garulli

ANCONA – Dodici anni e 4 mesi per Ugo Di Puorto, 12 anni e 3 mesi per Raffaele Mormone, 11 anni e 3 mesi per Andrea Cavallari, 11 anni e 2 mesi per Moez Akari, 10 anni e 11 mesi per Souhaib Haddada e 10 anni e 5 mesi per Badr Amouiyah. Sono le pene riconosciute dal gup del Tribunale di Ancona, Paola Moscaroli, ai sei componenti della “banda dello spray“al termine del processo con rito abbreviato per la strage avvenuta alla Lanterna Azzurra di Corinaldo, nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018 quando morirono travolti dalla calca 5 adolescenti e una mamma 39enne e rimasero ferite 200 persone. La sentenza è arrivata intorno alle 15 di oggi 30 luglio, dopo poco più di due ore di Camera di consiglio e dopo che l’udienza era iniziata intorno alle 10,30 di questa mattina.

Una condanna più leggera rispetto alle richieste avanzate dai Pm di Ancona, Paolo Gubinelli e Valentina Bavai che avevano chiesto per i sei componenti del gruppetto pene comprese tra i 16 e i 18 anni di carcere. Il gup non ha infatti riconosciuto agli imputati, tutti della Bassa Modenese e poco più che ventenni, l’associazione a delinquere, mentre ha riconosciuto l’omicidio preterintenzionale.

«La Procura della Repubblica prende atto della decisione del giudice e si riserva di valutare le motivazioni della sentenza quando saranno depositate – commenta il procuratore capo Monica Garulli, fuori dall’Aula appena emessa la sentenza – . Mi sembra doveroso, in questa sede, sottolineare come grazie all’impegno degli inquirenti e degli investigatori ci sia stata una celere risposta da parte delle Istituzioni dello Stato». 

Una sentenza «incomprensibile», per il legale Gianluca Scalera, difensore degli imputati Cavallari, Hakari e Haddad. «Cadendo la base del costrutto accusatorio, l’associazione per delinquere, onestamente facciamo fatica a capire come mai Cavallari, Hakari e Haddad, che facevamo parte palesemente di un altro gruppo rispetto a quello che, secondo la Procura era responsabile, siano stati condannati».

«Caduta una delle accuse – prosegue il legale – , abbiamo visto che rispetto alle richieste della Procura, il giudice ha erogato una pena visibilmente più bassa. Di conseguenza riteniamo che sia stata accolta la nostra tesi: le responsabilità maggiori sono da ritenersi da altre parti, per la violazione delle misure di sicurezza che hanno determinato la tragedia».

Per l’avvocato, che annuncia già l’intenzione di ricorrere in appello, «le responsabilità maggiori probabilmente sono di altri, perché se non fosse stato consentito che in quel posto entrassero 1.400 persone, se la balaustra non fosse crollata e, quindi, se il locale fosse stato a norma di legge sicuramente non sarebbe morto nessuno».  «I nostri assistiti – conclude – sono estranei alla faccenda».

All’interno della Lanterna Azzurra il gruppetto spruzzò una sostanza urticante per rubare catenine e oggetti preziosi ai ragazzi che avevano affollato il locale nell’attesa dell’esibizione del trapper Sfera Ebbasta.

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