Ancona-Osimo

Stalking e molestie, quando l’amore è malato. Il questore di Ancona: «Serve una risposta culturale forte»

Da inizio anno la Questura di Ancona ha trattato circa 200 casi, fra i quali codici rossi per maltrattamenti e atti persecutori. Pinto: «Tendenza acuita dalla pandemia»

smartphone, telefono, cellulare, app, tecnologia, web

ANCONA – Pedinamenti, comportamenti assillanti, telefonate ossessive, persecuzioni, sfuriate di gelosia e nei casi peggiori molestie e percosse. Le storie d’amore e i corteggiamenti non sempre seguono un percorso lineare, improntato al rispetto, a volte l’amore è “malato” e segue i percorsi tortuosi della mente degli uomini o, in casi molto più rari delle donne, che da corteggiatori e corteggiatrici si trasformano in stalker.

Solo nell’ultimo trimestre, il questore di Ancona, Cesare Capocasa, ha emesso 9 ammonimenti per contrastare la violenza di genere e porre un freno a condotte moleste e persecutorie, prima che possano evolvere in reati più gravi.

Il questore di Ancona Cesare Capocasa

«Quelli che leggiamo non sono meri numeri ma vite, volti, storie di donne, ambiti familiari inondati di violenza, sopraffazione, volontà di dominio – sottolinea il questore Capocasa -. È necessaria una risposta culturale più forte dell’indifferenza, dell’intolleranza, dell’ignoranza dettata dal pregiudizio. Una cultura che restituisca a ciascuna donna il diritto di essere libera e pienamente se stessa».

All’indomani della festa di San Valentino, in cui si celebra l’amore, quello che emerge è che anche nelle Marche il fenomeno persecutorio è piuttosto diffuso e si è «acuito fra le coppie conviventi a causa della convivenza forzata legata all’avvento della pandemia», spiega il capo della Squadra Mobile di Ancona, Carlo Pinto.

Se all’inizio ogni storia d’amore sembra prendere avvio sotto i migliori auspici con un corteggiamento romantico, carinerie e attenzioni, a volte il corteggiamento si fa troppo stringente e ossessivo nei confronti della persona desiderata, sfociando in vero e proprio stalking.

Le telefonate si fanno opprimenti e troppo frequenti, con contenuti progressivamente ossessivi e ed eccessivi, se non minatori, segno di una presenza sempre più invadente, da parte del corteggiatore, che arriva perfino a veri appostamenti e pedinamenti. Quando va bene lo si scopre all’inizio, ma in altri casi la storia va avanti e si trasforma in convivenza, dopo un po’ però emergono i problemi, le prime gelosie, le sfuriate e magari vola anche uno schiaffo.

Carlo Pinto, capo della Squadra Mobile di Ancona
Il capo della Squadra Mobile di Ancona Carlo Pinto

«Casi più frequenti di quanto si possa immaginare – osserva il capo della Squadra Mobile di Ancona Carlo Pinto – : l’amore a volte si deteriora nel tempo e con la convivenza quotidiana in alcune coppie possono emergere gelosia e condotte oppressive che rispecchiano le insicurezze individuali di chi le pone in atto».

Un complimento da parte di un collega di lavoro, un apprezzamento, possono scatenare una reazione che con il tempo diventa violenza e che in alcuni casi lascia un segno visibile sfociando in uno schiaffo, uno spintone che fanno «scivolare il rapporto in un declino vertiginoso».

Nove volte su 10 lo stalker è uomo, e solo nel 10% dei casi circa è una donna, una diversità di genere che si rispecchia anche nelle condotte perpetrate. Nell’anconetano si ricorda il caso della cosiddetta “catwoman”, una donna di 52 anni, arrestata dalla Squadra Mobile nel 2019 per aver perseguitato la nuova compagna del suo ex partner, ma a parte questo caso, solo altri due episodi ebbero per protagonista una donna, ma la querela fu successivamente ritirata.

Pinto chiarisce che «l’uomo in genere si espone apertamente ed attua le sue persecuzioni e violenze in maniera visibile: minaccia, “calpesta”, ferisce, mentre invece la donna, consapevole di essere fisicamente più debole, tende ad agire sottotraccia», magari inviando una lettera alla moglie dell’amante per farle sapere della sua esistenza, oppure danneggiando l’auto dell’amante o dell’ex partner.

Situazioni che sfociano spesso in codice rosso che prevede una accelerazione dell’eventuale adozione di provvedimenti di protezione delle vittime. «Provvedimenti che fanno scattare meccanismi più dolorosi e laceranti di quelli che si avrebbero lasciandosi serenamente, specie nei casi in cui ci sono anche dei figli» conclude il capo della Squadra Mobile.

I dati nell’anconetano

Violenza sulle donne, violenza domestica, stalking, violenza di genere

Dal mese di gennaio 2021 al 14 febbraio 2022, la Questura di Ancona, ha trattato circa 200 casi, fra i quali una cinquantina di codici rossi per maltrattamenti e atti persecutori, violenza sessuale e reati sessuali ai danni di minorenni.

Nello stesso periodo (dal primo gennaio 2021 al 14 febbraio 2022), sono stati denunciati 44 individui, 5 per maltrattamenti due dei quali anche per violenza sessuale, 3 per atti persecutori uno dei quali anche per lesioni e 1 anche per revenge porn, 4 per violenza sessuale aggravata, 3 per minaccia uno dei quali anche per molestia, 1 per violenza privata, 12 per lesioni aggravate, 1 per corruzione di minorenne, 1 per atti osceni in luogo pubblico.

Due le misure di custodia cautelare in carcere eseguite e 5 le misure cautelari degli arresti domiciliari, 7 misure cautelari dell’allontanamento dalla casa familiare e divieto di avvicinamento alla persona offesa, 2 misura cautelare del divieto di avvicinamento e comunicazione alla persona offesa e 1 misura cautelare interdittiva.

Ti potrebbero interessare