Ancona-Osimo

Spopolamento aree montane e sisma. Le Marche a confronto

Dei 140 comuni del cratere sismico, 87 si trovano nella nostra regione. L'esodo verso la costa è un fenomeno iniziato 40 anni fa, ma che il terremoto ha aggravato. Questo uno dei temi della Conferenza Nazionale dei Piccoli Comuni prevista a San Benedetto del Tronto

Nella foto da sx: Roberto De Angelis, Maurizio Mangialardi e Marcello Bedeschi

ANCONA- Dei 140 comuni del cratere sismico, 87 si trovano nelle Marche. Lo spopolamento dei territori montani verso la costa è un fenomeno già iniziato 40 anni fa, ma che il sisma ha certamente aggravato. Come si può allora fermare l’esodo dai territori montani colpiti dal terremoto? Occorrono politiche di controesodo e di questo se ne discuterà il prossimo 30 giugno a San Benedetto del Tronto in occasione della XVII Conferenza Nazionale dei Piccoli Comuni. Durante l’incontro “Il controesodo è possibile”, gli amministratori dei 5.591 piccoli Comuni italiani discuteranno dei problemi generali che li affliggono, della questione delle aree interne e della ricostruzione post sisma. Anci Marche – l’Associazione dei Comuni delle Marche – è particolarmente impegnata nel fungere da collante istituzionale tra le istanze degli 87 sindaci del cratere oltre ai 25 fuori cratere, e i livelli superiori di governo. Tra l’altro Maurizio Mangialardi, presidente Anci Marche, come ogni settimana, giovedì prossimo sarà a Roma con il Sottosegretario Boschi, il commissario Errani, il vice commissario Ceriscioli ed il capo della protezione civile Curcio per lavorare concretamente sulle esigenze dei comuni e dei cittadini terremotati.

Maurizio Mangialardi, presidente Anci Marche

«La nostra azione costante di pungolo ha consentito che nei tre Decreti Terremoto già emanati, venissero inserite le istanze provenienti dai territori. Il contributo che Roberto Oreficini, in quiescenza dal 1 giugno e designato a componente tecnico della Commissione Sisma di Anci Marche, sarà prezioso per la fase di sintesi in virtù della grande esperienza amministrativa e di conoscenza delle dinamiche che ruotano intorno alla gestione delle emergenze» commenta il presidente di Anci Marche Maurizio Mangialardi nel corso di una conferenza stampa che si è svolta questa mattina nel capoluogo dorico. In Italia dei 7978 comuni, 5560 hanno meno di 5mila abitanti, quindi il 69,69%. Essi raccolgono il 16,52% della popolazione ma amministrano ben il 53,97% del territorio. Nelle Marche, 163 dei 229 comuni, quindi il 71,18%, hanno meno di 5mila abitanti, con il 21,07% della popolazione ed il 53,02% del territorio.

«L’Italia può dirsi fondata sui piccoli comuni nei quali è evidente che poca popolazione amministra molto territorio. Avere pochi abitanti significa meno cespiti e meno base imponibile. Questo complica l’attività amministrativa, di manutenzione e presidio del territorio e meno servizi- afferma Roberto De Angelis, sindaco di Cossignano e coordinatore dei piccoli comuni di Anci Marche-. Il finanziamento della sperimentazione delle aree interne, i bisogni dei piccoli comuni e tutta la partita sulla gestione del sisma sono i tre macrotemi al centro dell’incontro del 30 giugno ai quali arriviamo, come sindaci terremotati, con un certo scoramento. Se da una parte è innegabile che qualche ritardo c’è stato, dall’altro posso testimoniare che oggi le ditte lavorano H24, che l’orografia del territorio non favorisce facili e rapide soluzioni, ma anche che il fenomeno è molto esteso considerando gli 87 comuni coinvolti».

Marcello Bedeschi, segretario di Anci Marche, ha ricordato il progetto che sta partendo per il recupero dei beni artistici dei comuni del cratere, finanziato dal Pio Sodalizio dei Piceni e da fondi di Anci Marche per un totale già disponibile di 200mila euro. «Di concerto con la Sovrintendenza dei Beni Architettonici e le Diocesi, sceglieremo delle opere da recuperare e restaurare per restituirle al territorio sulla scorta di quanto facemmo a L’Aquila, un progetto meritorio per il quale va ringraziato il Pio Sodalizio dei Piceni che, pur avendo sede a Roma, ha l’obiettivo di tenere viva la marchigianità, la sua storia e cultura».

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