Ancona-Osimo

Ancona, la spiaggia del Passetto e il suo ultimo pescatore, Sauro Marinelli: «Ho sempre amato il mare»

L'ultimo pescatore del Passetto: «Pescare è un lavoro faticoso, ma è tutta la mia vita. Il Passetto? Il luogo più bello di Ancona, ma qui ho rischiato di morire»

Sauro Marinelli, l'ultimo pescatore del Passetto

ANCONA – Sauro e la sua barca, una coppia formidabile. Lui è l’ultimo pescatore del Passetto, il ‘rione bene’ di Ancona. Qui, la spiaggia cittadina, nata grazie ai pescatori, negli anni è progressivamente divenuta un punto di attrazione turistica apprezzatissimo dai visitatori. Ma i pescatori vanno diminuendo: «Questa baia era dei pescatori. Si scendeva la mattina presto, si usciva in mare a pescare. Ma ora sono rimasto solo io» evidenzia Sauro Marinelli, anconetano doc di 73 anni. Nato il 18 gennaio 1948 ad Ancona – «in corso Amendola 56», precisa – ora vive a strapiombo sul mare, in via Volterra.

Col mare, lui, ha un rapporto indissolubile: «È tutta la mia vita. Ho iniziato a pescare quando avevo 5 anni – racconta -. Mio padre mi portava in barca con lui, poi a 10 anni ho iniziato questo mestiere, che mi ha accompagnato tutta la vita». Le mani sono segnate sì, ma le spalle larghe e lo sguardo tenace di chi non molla sono il ritratto di Marinelli. «Il mestiere del pescatore è diventato faticoso, oggi. Troppe le regole da rispettare e troppo stringenti. Ora, pesco per arrotondare sulla pensione» dice.

Ogni mattina, Marinelli scende dallo stradello di via Panoramica, quello che si trova di fronte all’Ospedale del Salesi. A volte, lo accompagna la moglie: «In estate scendo al mare attorno alle 5, quando sorge il sole. In inverno, più tardi, intorno alle 6.30 o 7. Ci sono giorni in cui esco in mare con la barca, andando sotto l’Ascensore o la piscina. Poi, verso le 11, torno a casa, ma spesso torno anche al pomeriggio, alle 17». Un tempo Sauro e la sua barca andavano ben oltre la piscina del Passetto, arrivando al largo di Portonovo, al Trave: «Lì sì che si pescava bene» esclama.

Qualche giorno fa tra reti, nasse, bertovelli e coculli (attrezzatura da pesca), Marinelli è riuscito a prendere «corvine, corbelletti e scorfani. Ma quando tiri su la rete – sottolinea – non è più come una volta, perché la gente tende a pescare i pesci piccoli». Ad ogni modo, ogni periodo ha il suo pescato: «D’estate – spiega – si prendono le nocchie e le sogliole. Ora, con qualche mareggiata, prendo ombrine e spigole». D’inverno, Sauro indossa calzoni di cerata (una sorta di muta), mentre in estate «non è necessario». Fondamentali, invece, sono l’attenzione e la prontezza dei riflessi: «Anni fa, ero con la mia barca in mare e un altro natante non mi ha visto. Mi sono salvato buttandomi in acqua» fa notare Sauro.

L’ultimo pescatore del Passetto accanto alla sua barca e a reti e nasse che usa quotidianamente

Si accende una sigaretta, Marinelli, e mette a posto i suoi stivali di gomma. La passione per la pesca gliel’ha trasmessa il padre, che ha ampliato la grotta costruita dal nonno e che si trova poco prima dello scoglio della Seggiola del papa: «Anche io, poi, ho ulteriormente allungato la grotta, in cui vengo pure d’inverno. Non si smette mai di pescare. Non riesco a stare senza mare, benché le energie e le forze non siano più come prima, quando avevo anche un’imbarcazione più grande». La pesca non è diventato il lavoro dei figli di Marinelli: «Hanno scelto altre strade e qui, al Passetto, sono rimasto solo io a fare questo mestiere».

Una tradizione che va scomparendo: proprio in quella spiaggia di pescatori, dove le barche vengono fatte scendere in mare grazie a delle rampette, di pescatore ne è rimasto solo uno: «Mi dispiace che si perda questa tradizione, ma io non mollo. Finché avrò le forze, solcherò il nostro mare». Avanti tutta, Sauro.

Marinelli mostra i calzoni di cerata che indossa in inverno

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