Ancona-Osimo

Spese facili, esce dal processo Andrea Filippini: «Ero certo della mia correttezza perché avevo solo lavorato»

Parla l'ex consulente della segreteria Idv finito nell'inchiesta delle spese pazze ma poi prosciolto. È l'unico salvo dei 56, tra politici e addetti, che ora rischiano il rinvio a giudizio dopo l'annullamento della Corte di Cassazione dell'ordinanza di proscioglimento

Andrea Filippini

ANCONA – Esce prosciolto dal processo delle spese facili Andrea Filippini, al tempo collaboratore per la segreteria dell’Idv. È l’unico salvo dopo la sentenza della Corte di Cassazione che ha decretato l’annullamento dell’ordinanza di proscioglimento per 56 persone, tra politici e addetti delle segreterie (leggi l’articolo). «Avevo solo lavorato – commenta Filippini – ero consapevole della mia correttezza».

L’avvocato Laura Versace

Per il suo avvocato, Laura Versace, «dinanzi la Corte di Cassazione si è eccepita l’inammissibilità del ricorso del pm nei confronti del mio assistito in quanto la Procura ha omesso di analizzare, in modo specifico, distinto e dettagliato, le questioni di diritto o di fatto, e dunque anche di logicità o meno della motivazione, in merito alle contestazioni mosse ai collaboratori/consulenti dei gruppi consiliari, nonostante il gup di Ancona, avesse dedicato un intero paragrafo alla loro posizione».
Per Filippini la conferma di quello che già aveva auspicato. «Ho sempre avuto massima fiducia nella Magistratura – prosegue – perché avevo prestato una consulenza specialistica di diritto amministrativo, durata per più tempo, quello che poi è il mio lavoro. Sono contento di questa conclusione nei miei confronti soprattutto sul piano personale». Filippini, dopo una parentesi politica che lo ha visto in passato come assessore alle Politiche giovanili (nella giunta Sturani) e presidente del Consiglio comunale (con il sindaco Fiorello Gramillano), è uscito dalla politica sette anni fa e ora continua a fare il suo lavoro, quello di avvocato e consulente.
Il gup, in precedenza, aveva evidenziato come la difesa di Filippini aveva dimostrato che l’attività svolta era da ritenersi connessa all’attività del gruppo Idv. «L’accusa in dibattimento – sottolinea l’avvocato – sarebbe stata insostenibile».
In sede di interrogatorio e in udienza preliminare la difesa aveva fornito prova del fatto che numerosi studi e ricerche del Filippini erano confluiti in atti consiliari quali interrogazioni, mozioni, proposte di legge o risoluzioni nonché del fatto che le bozze di numerosi atti consiliari erano state redatte proprio dal Filippini.

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