Ancona-Osimo

Il prof Silvio Cardinali sulle sfide del suo nuovo incarico internazionale: «Porteremo eventi nelle Marche»

Il docente di marketing e comunicazione aziendale all'Univpm, Silvio Cardinali, illustra le attività del suo mandato all'Academy of Global Business Research and Practice. Tra gli eventi internazionali c'è anche l'ipotesi Ancona

Università Politecnica delle Marche

ANCONA – Silvio Cardinali, professore associato presso la Facoltà di Economia dell’Università Politecnica delle Marche, dove insegna marketing e comunicazione aziendale, è stato incaricato a rivestire il ruolo di Vicepresidente dell’Academy of Global Business Research and Practice: organizzazione dedicata alla cooperazione tra le Università di tutto il mondo. Un incarico di prestigio che per la prima volta nella storia è stato affidato ad un italiano. Per il mondo accademico delle Marche un motivo di grande orgoglio.

Silvio Cardinali

Professore, quale sarà adesso la mission che avrà intenzione di conseguire?

«In particolare mi occuperò prevalentemente di sviluppare ancora di più questo network nei paesi dove c’è una limitata presenza dell’Academy. Cercherò di coinvolgere sempre più riviste internazionali e di attivare sinergie all’interno dei membri di questa associazione. E poi mi occuperò di organizzare il prossimo evento che si terrà a Dubai a dicembre del prossimo anno». 

Come coinvolgerà il territorio marchigiano in questo programma di attività internazionali?

«Una delle sfide sarà proprio quella di portare degli eventi anche ad Ancona. Considerando la dimensione del network, che arriva a toccare Paesi come l’India, la Cina, l’Australia, spesso si  fa fatica ad identificare la nostra regione all’interno del panorama europeo. Ma abbiamo grosse opportunità che il territorio ci offre e che incuriosiscono e possono essere di stimolo per la ricerca».

Ovvero?

«Ad esempio la presenza diffusa della piccola impresa che rappresenta una caratteristica di grandissima eterogeneità rispetto ad altri contesti economici. Alcuni colleghi vedono l’Italia come un’economia basata sulla piccola e media impresa. Questo sarà il fattore attrattivo quando pianificheremo prossime attività. Per chi viene da lontano le città italiane di riferimento ovviamente sono altre: Roma, Milano, Firenze, Venezia. Ma abbiamo tante peculiarità, basta valorizzarle e lavorare per creare una maggiore identificazione del valore del nostro territorio». 

C’è chi sostiene che manchi un brand Marche. Lei che ne pensa?

«Ritengo che il brand Marche esista e sia molto chiaro. É evidente che però non ha un livello di awareness di natura globale. Ma è un brand che identifica il territorio e ha dato risultati. Il tema è il target, chi dobbiamo portare».

Dunque a quale tipo di turismo dovremmo rivolgerci?

«Penso ad un turismo che ami la combinazione mare-collina-cultura. A loro possiamo dare tantissimo. Penso ad un bacino di utenza che è quello dell’Europa: un mercato che per la nostra regione è sconfinato. Concentriamoci più su questo che sul mercato globale, che è molto complesso da aggredire. L’Europa è per certi versi un grandissimo riferimento». 

E per individuare il giusto target, lei che è uomo di marketing, quali azioni suggerirebbe?

«Preso in considerazione il mercato di riferimento va segmentato. Essere attrattivi è molto complicato, ma è un concetto che passa anche attraverso l’esperienza. Il ricordo che i turisti portano con sé dopo l’esperienza nella nostra regione è fondamentale».

L’Academy è una struttura internazionale: come sta vivendo questi giorni di guerra?

«Abbiamo diversi riferimenti in est Europa e anche in Russia. Durante l’incontro che abbiamo avuto in occasione delle elezioni interne c’era un gradissimo sconcerto. I colleghi che venivano da tutte le parti del mondo hanno reagito tutti con sdegno e grande preoccupazione. Il conflitto è in Europa, ma la preoccupazione che ho potuto registrare all’interno dell’Academy abbraccia l’intero mondo da noi rappresentato». 

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